Ginulfi: “Speriamo la Roma con i sardi non sbagli, ma il Cagliari che affrontavo ai miei tempi era fatto di fenomeni”

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E’ intervenuto nel corso della trasmissione Bar Forza Lupi, ai microfoni di Centro Suono Sport, l’ex storico portiere della Roma, dal 1962 al 1975, Alberto Ginulfi: 

Buonasera Ginulfi, oggi l’Inter ha perso (1-3 con l’Udinese), speriamo che la Roma non faccia lo stesso…

“Si l’Inter ha perso, meritatamente aggiungerei, ma succede nel campionato italiano. Speriamo che la Roma non sbagli, ha già perso 4 punti in 2 partite, una per colpa nostra e un’altra perchè non ha segnato. Chissa’ dove saremo ora… Il Genoa non avrebbe segnato neanche se avessimo giocato 2 settimane. Col Chievo la palla non voleva entrare e il portiere ha fatto qualche miracolo”.

Cosa pensa di Di Francesco?
“Vuole sempre la vittoria, vuole giocare alto. E’ giusto così, le partite vanno giocate e se poi si vince bene. Giocandole così è più facile che il risultato arrivi. Sabato ci sarà la prova del nove con la Juve”.
Vero, ma ora c’e’ il Cagliari. Lei quando giocava in porta con la Roma affrontò il Cagliari più forte di tutti i tempi.
“Erano bravi. Gigi Riva era un fenomeno, ma anche il contorno, me li ricordo tutti, Albertosi, Gori, Nenè. A casa loro era un vulcano, battevano i piedi e si sentiva fino al mare”.
C’e’ un precedente negativo, 3 dic 1967, 2-3. Lo ricorda? Fu Espulso…
“Della partita non molto. L’espulsione fu un errore, Boninsegna perdeva tempo col pallone in mano, io cercavo di toglierglielo perchè perdevamo e l’arbitro ci cacciò entrambi, ma non successe nulla. Al mio posto entrò Pelagalli ma il risultato rimase quello, fummo sfortunati. A Cagliari comunque ne abbiamo anche vinte di partite”.
Si aspettava questo Alisson? Meglio di Szcesny?
“Anche l’anno scorso fece bene. Ora è stato valutato da titolare con maggiori responsabilità e non ha disatteso. Una grande squadra deve avere un grande portiere, uno che sbaglia meno degli altri. A fine campionato vedremo chi avrà fatto meglio, ma anche il polacco sta facendo bene. Alisson è più giovane, ha il futuro davanti e sembra, anche nelle dichiarazioni, un ragazzo molto serio e questo va tutto a suo favore”.
Lei è famoso anche per aver parato un rigore a Pelè?
“A volte capita (ride). Poi mi regalò la maglia e mi invitò all’ambasciata brasiliana a piazza Navona”.
A quale maglia, tra quelle che conserva, è più legato?
“Ho anche quella di Maradona. Ho un capitale a casa, devo stare in guardia. All’epoca c’erano tanti grandi giocatori di cui sarebbe valsa la pena, ma non si usava tanto dare le maglie, ogni giocatore ne aveva una e usava sempre la stessa tutto il campionato, a fine partita il magazziniere contava tutte le maglie e le rimetteva nel sacco”.

 

 

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