Ginulfi: “Perin alla Roma? No, per carità”

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Alberto Ginulfi, romano e romanista classe ’41, ha difeso i pali giallorossi per 157 volte (dato relativo alla sola serie A) oltre a togliersi la soddisfazione di  parare un calcio di rigore niente di meno che a Pelè. L’ex n. 1 della Roma, che all’epoca si giocava il posto in squadra con Cudicini e Pizzaballa, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport nel corso della trasmissione “Bar forza lupi”.

La tradizione dei portieri della Roma sembra essersi interrotta: “Si ma è proprio la categoria che andata a scemare un po’ ovunque. Non so perché ma c’è stata un’involuzione del ruolo, non si blocca più la palla e si respinge sempre. I miei maestri si rivolterebbero nella tomba. Forse sono cambiati i palloni ma si respinge a mani aperte anche quando il pallone è morbido“.

Può dipendere anche dalle regole? “Può concorrere ma i giovani vanno impostati. In allenamento insegnavo a bloccare poi in partita si fa la prima cosa che ti viene in mente”.

Cosa determina il fatto di riuscire a parare un calcio di rigore? “Scegli una parte e vai nel momento in cui l’avversario abbassa la testa. Ci vuole anche la spinta ma un pizzico di fortuna non guasta. Si sceglie un angolo e oggi sanno tutti dove tira l’attaccante. Ai miei tempi ti veniva raccontato, poche immagini alla Domenica Sportiva ma non potevi studiare troppo”.

La Roma ha un record negativo, non para un rigore dalla parata di Julio Sergio su Floccari: “Non lo sapevo. Sfortuna”.

Il rigore è la cosa più difficile ?Il rigore è ovviamente la più pericolosa poi se il portiere non sa leggere le uscite diventa difficile così come non saper leggere le traiettorie ma il rigore è il rigore”.

Se dovessi consigliare un portiere alla Roma? “Attualmente se devo andare sul sicuro prenderei Cech, avanti con l’età ma usato sicuro. Tra i giovani è difficile e chi ha quelli bravi se li tiene”.

Una volta c’era il portiere e poi la riserva che prendeva il suo posto. Adesso non succede più, perché? “Bisogna puntare su giovani di qualità, la base di partenza ci vuole”.

De Sanctis può ancora garantire affidabilità per un’altra stagione? “Si, non ha fatto un gran campionato ma alla fine si è ripreso. Può giocare un altro anno ma trovarne un altro è il vero dramma”.

Perin? “No, per carità. Serve un portiere dal rendimento costante e per un sicuro rendimento ripeto, punterei su Cech”.

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