Gianfranco Zigoni: “Nainggolan brutto esempio. Chi gioca a Roma e ha un cuore rimane per sempre”

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E’ intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport, durante la trasmissione Bar Forza Lupi l’ex attaccante giallorosso, vincitore tra le altre cose, nel 1972, della Coppa Anglo-italiana:

E’ con noi un grande ex della Roma, ma anche della Juventus, Gianfranco Zigoni, che ama definirsi secondo solo a Pelè e a parimerito con Totti. Giusto Zigo?

“Superiore anche a Totti (ride). Attenzione, non sono il numero uno ma non sono secondo a nessuno”.

Chi meglio di te, grandissimo calciatore tra gli anni 60 e 70, fantasista estroverso passato dalla Juve alla Roma, per parlare del caso Nainggolan, apparso sui social ubriaco a Capodanno

“Sono il meno indicato, perchè io ero peggio di lui. Non ho seguito tanto la vicenda, ma era l’ultimo dell’anno, cosa vuoi che sia, io bevevo tutti i giorni. Ora però ci sono le televisioni, i telefonini. La cosa gravissima è la bestemmia perchè anche i bambini vedono queste cose ed è un esempio negativo. Io ero sregolato ma ho sempre avuto rispetto, lui è stato irrispettoso con i tifosi. La bevuta ci sta ma il bestemmiare non lo accetto”.

Molti calciatori bevono e fumano e l’importante è il rendimento in campo, ma un conto è il privato e un altro è farlo in pubblico in un momento poi negativo per la Roma e per lo stesso belga, tra l’altro idolo proprio dei bambini…

“D’accordo al 100%. Bevi e fuma di nascosto. Così si prendono in giro i tifosi. Ora la prima volta che giocherà male, i tifosi penseranno a questo. Anch’io in campo qualche volta ho bestemmiato ma mai in maniera così gratuita. I bambini che ti guardano sono la cosa più bella, io ho allenato solo bambini ed oggi che sono grandi ed hanno figli loro, quando mi vedono, mi abbracciano perchè ho insegnato loro a comportarsi bene nella vita prima che nel calcio, anche se io non ero un esempio. Le scuse che ha fatto dopo non bastano purtroppo”.

Tu sei famoso anche per esserti presentato in campo in pelliccia. Ne hai fatte anche di peggio?

“Si. In una partita avevo portato del liquore dalla Spagna, dopo la Coppa Campioni con la Juve, e c’era il torneo di Viareggio. Per festeggiare il fatto che a 17 anni ero stato aggregato in prima squadra, mi sono scolato mezza bottiglia di cognac spagnolo e sono andato in campo ubriaco, col mio allenatore che non capiva cosa avessi”.

Nainggolan è anche il simbolo dell’ Antijuve. Cercato dai bianconeri non ne ha mai accettato la corte, facendo una scelta di vita anche filosofica. Anche tu dopo la Juve hai scelto di legare il cuore alla Roma

“E’ stato facile per il belga scegliere la Roma. Solo un pazzo vorrebbe andare via da Roma.  Quello che ti da questa città e il tifoso…Io ho girato tante squadre e ho voluto bene a tutte, ma Roma è Roma. Non ha fatto alcun sacrificio e non è un eroe. Si può andar via dalla Juve, dal Milan, ma non dalla Roma. Chi gioca qui e ha un cuore rimane per sempre. Io sarei rimasto per sempre. Ma conta solo vincere o essere felici? Io qui ero felice”.

Prendendo spunto dalla prima pagina di Tuttosport, prima di Juventus-Roma, quando titolava “Da Romanisti perdenti a Juventini vincenti”, riferendosi agli ex giallorossi, puoi dirci cosa hanno in più i bianconeri in termini di professionalità e comportamenti?

“Alla Juve sei un numero, alla Roma sei un uomo libero. E’ difficile vincere a Roma, lo disse anche Totti che uno scudetto qui vale come dieci di un’altra squadra. A Torino sei un militare e quindi si vince più facilmente. Poi vero anche che spendono molto più della Roma. Qui c’e’ poi una specie di maledizione, io la seguo sempre e tutti gli anni arriva una delusione. Quest’anno ero convinto potesse lottare per il titolo”.

 

 

 

 

 

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