Gandini:”Sbagliata una settimana in una stagione. Totti? Momento difficile, ma staremo al suo fianco”

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Umberto Gandini, AD della Roma, è intervenuto ai microfoni di Radio Uno, “Radio Anch’io Sport”. Queste le sue parole:

Serata perfetta o quasi, un bel colpo d’occhio?
“Una serata fantastica e che ha certificato l’eccellente lavoro dell’allenatore e della squadra. Interpretato al meglio una delle partite più importanti della stagione, aspettavamo la rivincita dalla gara d’andata è difficile pensare in grande ma è il coronamento di una grande stagione”.

L’addio al calcio di Totti, tutti vogliono esserci?
“La partita con il Genoa è sold-out, ci sarà una cornice straordinaria, come Francesco merita per ciò che ha fatto per il calcio mondiale. Francesco ha esultato con i compagni, bisogna capire che per lui è un momento difficile. Avrà una nuova carriera nella Roma e staremo al suo fianco”.

Ma ha altre richieste?
“Onestamente non sono nella sua testa e non ne sono al corrente. Sottolineo l’affetto che ha per questa società e che tutta la città ha per lui, va verso un momento decisivo della sua carriera”.

L’Europa League il maggiore rimpianto?
“È una squadra che ha sbagliato una settimana in tutto il campionato, è uscita in modo splendido contro l’Inter a San Siro ed è incappata in 3 risultati negativi che ne hanno condizionato la stagione. Il campionato resta fantastico, con un po’ di fortuna le cose sarebbero andate diversamente ma siamo contenti del lavoro fatto”.

Attorno a questa squadra non le sembra si sia parlato troppo? perché tutte queste parole da parte della società?
“È un po’ la caratteristica di questa società, almeno fino ad adesso: il rapporto viscerale che c’è tra la squadra e la città probabilmente è una componente. Noi abbiamo fatto una buonissima stagione, io sono arrivato in corso d’opera e non mi prendo nessun merito se non essermi calato in questa realtà per cercare di capirla e cercare di accompagnare quelli che c’erano prima di me a centrare i traguardi prefissati. Noi non abbiamo mai dichiarato ai quattro venti che avremmo giocato per vincere lo scudetto, sicuramente abbiamo sempre detto che avremmo cercato di essere competitivi il più a lungo possibile e lo siamo stati. Credo che questa squadra meriti solamente applausi”.

Il futuro di Spalletti?
“Noi siamo sempre rimasti d’accordo con il mister, e a lui va un plauso per come sta conducendo questa stagione, di sederci al tavolo alla fine del campionato per definire i progetti futuri. Benissimo se Luciano restasse, ma se decidesse altre strade avremo delle soluzioni pronte”.

Avete già preparato il dopo Spalletti?
“Sicuramente stiamo pensando perché non siamo abituati a farci trovare impreparati. Confidiamo di trovare un accordo con l’allenatore, ma dobbiamo anche guardare da altre parti”.

Un tifoso si schiera dalla parte dell’allenatore.
“L’unica cosa che conta è la Roma, non ci sono partiti a sostegno dell’allenatore o di Totti. Francesco si sta comportando come un professionista, sta facendo la sua figura, è a disposizione dell’allenatore che ha responsabilità di schierare in campo la squadra migliore. Le prossime due partite sono decisive, andiamo avanti passo passo. È fondamentale vincere con il Chievo, poi potremo pensare – anche in base ai risultati del Napoli – quale sarà la situazione per l’ultima partita che in ogni caso sarò un’altra occasione per applaudire un grande campione del calcio mondiale”.

Meglio avere un allenatore italiano o straniero?
“È opinabile. Sicuramente la scuola italiana è di altissimo livello e lo stanno facendo molti allenatori: Conte al Chelsea e Carlo Ancelotti al Bayern Monaco, ai quali vanno fatti i complimenti. Se un allenatore di prestigio riesce a calarsi nel campionato più tattico del mondo può tranquillamente far bene. La storia ci insegna che sono stati pochi gli allenatori che hanno fatto bene in Italia e questi prima hanno giocato a calcio come Liedholm”.

Obiettivi della prossima stagione?
“Le cose ambiziose sono nel DNA della Roma. Il presidente Pallotta ha fatto un investimento straordinario convincendo Monchi a lasciare Siviglia e scegliere la Roma. Monchi ha scelto un progetto, un’idea, una visione, non è un’affermazione di poco conto. La volontà è crescere ancora verso i trofei, che sono quelli che questa città merita e vuole da tanti anni”.

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