“Non la chiamerei sporca questa vittoria, così come quella prima contro il Crotone: quando crei tanti presupposti per far male agli avversari la vittoria per 1-0 ha un senso diverso. Davanti oggi abbiamo trovato un buon Bologna che è venuto qui a giocare la partita come mi aspettavo, ci ha creato difficoltà con tagli e movimenti, ma la linea difensiva ha lavorato davvero bene. Siamo stati aggressivi, nonostante il i rossoblù diano sempre fastidio alle grandi. Questa squadra sta migliorando determinati meccanismi in tutti i suoi elementi”.
Ancora una vittoria, ancora per 1-0, ancora con la porta inviolata: la Roma esce dall’Olimpico con i tre punti, battendo il Bologna grazie al gran sinistro di El Shaarawy. Per Eusebio Di Francesco è questa la giusta strada da percorrere, anche perché martedì nella Capitale ci sarà il Chelsea.
“Ora so solo che c’è il Chelsea martedì, cerchiamo di recuperare il più possibile le energie. Ho fatto questa scelta di cambiare determinati giocatori per arrivare a determinate gare con più per dare freschezza, magari giocheranno tanti martedì di quelli scesi in campo stasera. Non voglio guardare troppo avanti, partita dopo partita valuteremo. È ovvio che giocheremo con il Chelsea per mantenere vivo il discorso qualificazione e anche per vincere: noi giochiamo sempre per vincere”.
Le vittorie che aveva chiesto sono arrivate, per trovare fiducia e per avvicinarvi alle squadre che sono in testa.
“Oggi era più importante guardare a noi stessi che alla Juve che era in campo prima della nostra partita, come ho detto ai ragazzi nella riunione pre gara: dovevamo concentraci sul nostro modo di giocare. Avevo sottolineato che tra campionato e Champions avevamo battuto 78 angoli facendo zero gol, avevo chiesto un gol su corner e sono stato accontentato”.
Otto cambi rispetto all’ultima partita: è un segno che nella sua squadra il gioco c’è a prescindere dei singoli?
“C’è un collettivo che ha un obiettivo comune, lavorare nelle due fasi in un certo modo, portando avanti il mio pensiero calcistico e cioè lavorando sempre con la palla. Questo ci sta aiutando a diventare maturi. Nel primo tempo abbiamo sbagliato troppo nella metà campo avversaria e non c’è stata lucidità sotto porta. Però abbiamo creato tanti presupposti positivi e dovevamo essere più cinici per andare a chiudere certe azioni”.
Come giudica la prestazione di suoi figlio Federico? Lo vedrebbe bene alla Roma?
“Quando va via papà può venire tranquillamente. È difficile davvero allenare un figlio. Lui comunque è maturato tanto e stasera ci ha creato tanti problemi. Facevo fatica a chiamarlo Di Francesco o Federico ai miei uomini. Attacca bene gli spazi e dovevamo essere bravi sia ad accompagnarlo sia a mollarlo quando partiva prima. In campo non si guarda in faccia a nessuno, lui faceva la sua partita e io la mia: secondo me ha fatto anche bene, Florenzi mi ha detto che è un “rompi scatole” alla fine della partita (ride, ndr). Federico è stato un avversario in questa partita, stasera saremo insieme: dopo la partita è tornato a essere mio figlio”.
Il lavoro migliore sembra che sia quello fatto sulla linea di difesa, che è molto alta nonostante un difensore come Fazio non sia velocissimo…
“Condivido pienamente, nasce tutto da dei concetti che stiamo portando avanti dall’inizio del campionato dove ci sono state difficoltà nell’apprendimento come è normale che sia”.
A questa squadra piace correre, sia in avanti sia all’indietro: la condizione fisica com’è? Strootman è forse un po’ indietro rispetto agli altri?
“Dal punto di vista fisico Kevin sta benissimo e lo dicono anche i numeri. Forse ha bisogno di un gol o di una giocata per trovare più fiducia. Io sono contento finora: il miglior lavoro per la linea difensiva lo stanno facendo centrocampisti e attaccanti. Lo stesso Edin Dzeko che corre in avanti a pressare gli uomini su ogni palla. Kevin è uno di quei leader che anche in allenamento mi aiuta a far passare certi concetti. Poi è chiaro che come tutti può migliorare, ma io sono contento di lui”.