Eusebio Di Francesco ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sky e nello specifico a Paolo Condò.
Ecco uno stralcio delle dichiarazioni del tecnico del Sassuolo sul suo periodo romano.
Sul derby: “Mi son trovato subito alla grande, non ho trovato nessuna differenza, al di là del contesto diverso. Ricordo il derby, qualcuno diceva che era una partita come le altre, ma aveva ragione chi diceva il contrario. Quando entrammo per fare il riscaldamento sotto la curva mi tremavano le gambe. Trasmetteva emozioni differenti”.
Cosa significa giocare con Totti? “Giocare accanto a lui fu qualcosa di straordinario. Non per decantare solo le sue qualità, ma era alle prime armi. È stato formato da Zeman dal punto di vista calcistico, lui aveva grande qualità ma poca concretezza, poca verticalità. Sapevo dove poteva mettere la palla e dove potevo andare io, la qualità di un giocatore come lui non è dettata solo dalla sua bravura, ma anche da chi si muove. Chi fa risaltare la qualità di un passaggio è il movimento di un altro compagno, poi lui è come pochi, al di là dei gol ha una qualità di fare assist ai compagni che gli dà gioia e soddisfazione. Si vede”.
Solo 5 presenze l’anno dello scudetto: “Invece mi sono sentito protagonista, vivendo determinati contesti nelle difficoltà i calciatori si appoggiano agli uomini. Ci sono stati diversi uomini fondamentali, io in questo senso mi sono sentito protagonista. Eravamo tutti importanti e mi piace trasmettere questo”.
Perché andasti via?
“Per non sentirmi un peso, non avevo grande considerazione da parte del mister ma volevo giocare. Ho fatto questo sport per scendere in campo, per la passione e continuerò a farlo”.