Di Francesco: “Anche la Roma per lo scudetto”

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Il tecnico giallorosso, ospite del Corriere dello Sport, ha rilasciato una lunga intervista di cui riportiamo uno stralcio:

“Per lo scudetto ci siamo anche noi e lotteremo fino alla fine. Il primo contatto con la Roma è avvenuto a maggio e sono venuto solo dopo avere avuto l’autorizzazione dal Sassuolo che è sempre stato informato di ogni fase della trattativa”.

“Schick? Non ho ancora avuto modo di parlargli dopo l’intervista ma ho saputo che è stato male interpretato. Purtroppo non è stato bene fisicamente e l’ho potuto allenare poco ma ha dei mezzi tecnici impressionanti. E poi è molto agile pur avendo un gran fisico. Ora vuole e deve dimostrare di essere da Roma”

“Il Derby? Non voglio svelare molto. Non snatureremo certo le nostre caratteristiche e la nostra mentalità. Non dobbiamo adattarci all’avversario, ma rispettarlo. La Lazio è brava a sfruttare le ripartenze, noi metteremo in atto la nostra strategia per vincere la partita”.

“Mi ispiro un po’ a tutti. Mi colpiscono Guardiola, Sarri. In generale amo gli allenatori che trasmettono il loro pensiero senza specchiarsi negli avversari. Ma mi piace anche imparare da me stesso, perché l’intuito è decisivo nelle scelte di un allenatore. Ho imparato molto da Capello per quanto riguarda la gestione del gruppo e da Zeman per la fase offensiva e per la cultura del lavoro: adesso tutti diciamo che la ripetitività degli esercizi in allenamento migliora i calciatori ma Zeman lo diceva trent’anni fa. E la sua fase offensiva, in quel momento, non la faceva nessuno”.

“Totti dirigente? A Francesco ho detto di rubare le qualità di tutti, imparare il più possibile. E lui, che è intelligente, lo sta già facendo. Non entra nelle questioni tecniche o sulle formazioni, ma mi sta aiutando nella gestione ordinaria. Per esempio quando andiamo allo stadio lo voglio sempre vicino sul pullman perché con il suo modo di fare stempera le tensioni del prepartita. E conosce bene i giocatori che fino a pochi mesi fa sono stati suoi compagni. Non so se con me giocherebbe ancora… sicuramente ci saremmo confrontati. E se avesse giocato avrebbe fatto turn over anche lui. Abbiamo anche scherzato dopo che ho visto la sua partita tra vecchie glorie a Tbilisi: “France’, andavi a due all’ora”. “Però correvo il doppio degli altri…” mi ha risposto”.

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