Ettore Viola, figlio dell’ex Presidente della Roma, Dino Viola, è intervenuto nel corso della trasmissione Bar Forza Lupi, in onda su 101.5, per ricordare la figura di Nils Liedholm nel decimo anniversario dalla sua scomparsa. Queste le sue parole:
Chi era il Barone Liedholm, per suo padre?
“Loro erano molto amici. Avevano un rapporto importante già prima che mio padre diventasse Presidente. Negli anni 70′ quando era vice Presidente riuscì a strappare la promessa al Barone che semmai avesse acquistato la Roma, lui si sarebbe seduto sulla panchina giallorossa. Quando questo avvenne, Liedholm, avendo vinto lo scudetto della stella con il Milan, tentennava, eppure, mantenne la parola data, perché entrambi davano grande importanza alle promesse. Non serviva una firma su un contratto.”
Dopo tale firma nacque la grande Roma che vinse lo scudetto e sfiorò la Coppa dei Campioni
“Si, Liedholm, che era un tecnico affermato, arrivò con le idee ben chiare. Voleva costruire una grande Roma e così fece sin dall’inizio. Per esempio chiese subito l’acquisto di Turone, nonostante la Roma fosse già coperta in quel ruolo con Santarini e Nela. Mio padre glielo fece notare, ma il Barone rispose che avrebbe “inventato” la zona e poi il doppio libero con Di Bartolomei.”
Liedholm quindi che impostava le linee guida del mercato della Roma?
“Si, Liedholm faceva delle richieste, indicava dei giocatori e ne discuteva con il Presidente. All’epoca si faceva cosi, il direttore sportivo neanche si sapeva chi fosse. Nessuno ricorda il nome. Ora invece, tale ruolo spesso è più riconosciuto di quello del numero 1 della società. Specialmente da quando le proprietà sono di soggetti che vivono lontano dalla propria squadra. Prima non era così, prima il Presidente era il primo tifoso e dirigente!”