Il candidato a Presidente della Figc, Damiano Tommasi, nonché ex calciatore giallorosso, è intervenuto ai microfoni della trasmissione Bar Forza Lupi in onda su Centro Suono Sport per parlare della sua candidatura. Queste le sue parole:
Il 29 gennaio sei candidato alla presidenza e oggi(ieri ndr) hai lanciato un’idea che è molto interessante e innovativa, perché ti rivolgi a tutti gli sportivi, agli appassionati di calcio e chiedi che ti vengano suggerite delle idee, degli argomenti per migliorare il sistema calcio attraverso i social.
“Questa è un’idea che avevo in cantiere da tanto tempo. Quello di trovare il modo per far sì che chi governa la federazione, che è un’entità privata, riesca ad aprirsi anche a chi non può votare, a chi non incide sulle scelte politiche. Questo potrebbe essere un cambiamento per migliorare l’aspetto calcistico da spettatore, da fruitore, da chi vive questo mondo a livello dilettantistico e vedere la reazione che ci può essere. Sappiamo che i social possono aggregare ma credo anche che siano un metro per vedere quanto siamo appassionati e quali siano le difficoltà che abbiamo nel nostro movimento. Mi sembra un’idea, un passo che dobbiamo fare come istituzione per tener conto, in maniera seria e costruttiva, dei milioni di persone che seguono tale sport.”
Lo ricordiamo, la campagna sui social network è intitolata “Tre idee per il calcio” ed è contraddistinta dall’ hashtag #cambiamoilcalcio. Quindi tutti coloro che si muovono all’interno di questi social possono suggerire a Damiano Tommasi delle idee per cambiare il calcio. In seguito le analizzerai. L’importante è che una delle idee non suggerisca di andartene..
“Se me ne andassi non potrei prendere in considerazione le altre due(ride)..”
Tantissimi personaggi del mondo dello sport ti stanno sostenendo..
“Si, ma per ora sono chiacchiere. Bisogna vedere quale sarà l’esito dell’urna..”
Quali sono le linee portanti del tuo programma? Qualora venissi eletto, come riformerai il calcio?
“Intanto non dimenticando Italia-Svezia, quindi partire dal progetto sportivo e capire come arrivare al prossimo impegno internazionale con un percorso formativo diverso e cercare di aumentare il livello di formazione dei nostri campionati professionistici e dei nostri settori giovanili attraverso lo sviluppo del progetto delle seconde squadre. Quest’ultimo deve prendere forma e deve diventare realtà. Un progetto che va messo in atto. Inoltre il club Italia deve essere gestito come un club, con una propria autonomia e responsabilità. Senza dimenticare il calcio femminile e il calcio a 5. Una strutturazione importante che sappia gestire anche i centri federali come forma di presenza sul territorio della federazione. Magari diminuendone la quantità ma aumentandone la qualità proprio per non disperdere le energie. Aumento dei corsi così da avere tutti gli allenatori dei settori giovanili qualificati e preparati.”
Così come nella politica anche il calcio non è in un ottimo momento. Da possibile riformatore, in che epoca calcistica ci troviamo? Negli ultimi anni si è avuto un miglioramento anche dal punto di vista della legalità?
“La direzione intrapresa è quella giusta e bisogna insistere. Abbiamo aumentato i controlli sulle società e dobbiamo aumentarli anche sui tanti soggetti che girano intorno ad esse. Con maggiori controlli si potrebbero evitare situazioni spiacevoli come successo a Modena, dove si è dovuti ripartire dalle categorie inferiori per la mala gestione. Più è alto il livello di professionismo e più diventiamo un campionato appetibile. Inoltre un maggiore controllo potrebbe evitare casi come il calcio scommesse che rovinano questo sport. Maggior controllo, maggior legalità sono temi che vanno approfonditi.”
Tornando al calcio giocato, il Var è uno strumento che dovrebbe evitare errori, eppure ci sono stati casi evidenti che hanno fatto discutere per via della discrezionalità dell’arbitro. Ci sono possibilità di rivedere alcuni criteri per affinare tale strumento?
“Certo, siamo agli inizi di tale sperimentazione. È la prima volta che viene applicato in un campionato ed era prevedibile che ci fossero degli errori. Non azzera le polemiche ma non è definitivo, con il tempo si miglioreranno le scelte. Però sono molti meno gli errori e riesce a calmare gli animi durante le partite. Rispetto all’inizio del campionato ad esempio, c’era la polemica relativa al tempo impiegato per prendere la decisione, ora va molto meglio quindi con il tempo si cercherà di renderlo un strumento migliore. Ad esempio, secondo me, da migliorare è il caso della seconda ammonizione che non è considerato un caso da Var e che invece meriterebbe attenzione.
Il 7 gennaio 2001 grazie ad un tuo gol, la Roma vinceva a Bergamo contro l’Atalanta. Una rete siglata sotto la neve e che aiutò i giallorossi a guadagnare i 3 punti che poi sarebbero stati fondamentali per vincere il terzo scudetto romanista. A tal proposito che ricordo hai di quell’immagine, di quell’esultanza?
“Ricordo che sta volta abbiamo perso contro l’Atalanta. Loro erano simili ad oggi, una squadra costruita bene e che funzionava alla grande. Una vittoria importantissima per il nostro campionato. Nonostante il campo fosse impraticabile, fu una delle nostre migliori partite.”
Per concludere quindi l’anima candida della Roma che sotto la neve, appunto candida, metteva il proprio sigillo e ci regalava i 3 punti. Un’immagine che regala sensazioni positive ma anche grandi rimpianti pensando a ciò che era la Roma. Un po’ come il calcio italiano che in questo momento intristisce pensando agli sfarzi del passato.
“Sicuramente, ma con il lavoro, la dedizione e la legalità si potrebbe tornare a certi livelli!”