Esclusiva BarForzaLupi, Sergio Castellitto:”Spalletti non è stato un bravo psicologo con Totti”

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Alla trasmissione radiofonica “Bar Forza Lupi”, su Centro Suono Sport 101.5 fm, è intervenuto l’attore e regista SERGIO CASTELLITTO, noto tifoso romanista, attualmente nelle sale cinematografiche con il film “Fortunata”.

“Come si dice a Roma, una pellicola fortunata, di nome e di fatto. Sta ottenendo un buon risultato di pubblico, Jasmine Trinca è stata premiata a Cannes come miglior attrice di “Un Certain Regard”, abbiamo ricevuto l’invito al Festival del Cinema di Berlino previsto a fine mese. E poi ci sono i Nastri D’Argento a Taormina, dove vedremo quel che accadrà. Comunque, il premio più bello resta la reazione del pubblico che ti scrive o ti incontra e ti ringrazia per avergli regalato un’emozione”.

Nel film c’è uno spaccato di Roma.

“C’è la Roma di periferia, la Roma di Pasolini e di Anna Magnani. La storia è principalmente ambientata nel quartiere Torpignattara, popolare e multirazziale, dove vive la protagonista Fortunata, una gladiatrice, una donna che si batte per i suoi sogni e che si renderà conto che la felicità non è nei beni materiali, ma nei valori. Naturalmente Fortunata tifa Roma”.

Il rapporto tra regista e attore somiglia un po’ a quello tra allenatore e giocatore?

“È un paragone molto giusto. In fondo, l’allenatore è colui che deve intuire il talento del giocatore e aiutarlo a migliorare. L’allenatore deve essere anche un bravo psicologo, così come il regista”.

Che psicologo è stato Spalletti con Totti?

“Non è stato un bravo psicologo. Spalletti, secondo me, è un uomo intelligente, che ha scelto scientemente di non essere in empatia con il calciatore. Per esempio, credo che, francamente, non fare entrare Totti in campo a San Siro sia stato un torto che si poteva evitare, specialmente quando l’intero stadio, compresi i tifosi avversari, lo stanno acclamando”.

Totti come ha affrontato tutto ciò?

“Francesco possiede un’ironia non coltivata, naturale, che nasce dal suo sguardo tranquillo, che pure nasconde una notevole forza interiore. Quella forza che gli ha permesso di piangere di fronte a sessantamila amici. Avrei piacere che il Capitano vedesse “Fortunata”. Credo gli piacerebbe molto”.

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