In occasione del suo ottantaduesimo compleanno, Giacomo Losi, capitano e bandiera della Roma, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport, durante la trasmissione BarForzaLupi. Queste le sue parole:
Tanti Auguri Capitano! Sta ricevendo tanti attestati di stima oggi? Quali sono stati i più graditi?
“Grazie. Si moltissimi mi hanno chiamato. Roma e la Roma mi hanno sempre amato. Mi hanno fatto gli auguri anche molti attori visto che alleno la nazionale attori.”
Per un come lei, soprannominato Core de’ Roma, l’affetto dei tifosi sarà stato il premio più bello, giusto?
“Si. La cosa più bella è che i tifosi si ricordano ancora di me, anche se sono tantissimi anni che non gioco. Ma anche i più giovani, che non mi hanno visto mai giocare, mi dimostrano sempre affetto. Specialmente la Curva Sud. Alla fine della partita era sempre un applauso. Io giocavo sempre per la squadra. Ho lasciato una bella traccia.”
Quali sono stati i momenti più belli della sua carriera? Lei ha alzato al cielo molti trofei, mentre la Roma attuale non ne vince da molto tempo.
“Una grande soddisfazione è stata la vittoria della Coppa delle Ferie, abbiamo eliminato squadre importanti. Per noi e’ stato bellissimo ma credo che alla società fregava poco..”
Martedì, in occasione della sfida con l’Atletico Madrid, sono previste solo 40000 persone, mentre ai suoi tempi, lo stadio era sempre pieno. Come mai questa inversione di tendenza?
“Roma ha risposto sempre bene. Con noi non c’era un posto libero, venivano le famiglie. Forse oggi con la televisione vengono meno..”
Colpa solo delle Pay Tv o anche un legame meno forte tra tifosi e squadra?
“Non so. Il seguito c’e’ sempre, anche oggi. I romanisti sono appassionati. Se sei della Roma non puoi non andare allo stadio!”
Anche lei, come Totti, ha chiuso la carriera con dei problemi con il suo allenatore, Herrera, vero?
“Si. Lui mi ha mandato via. Io potevo giocare altri 2 anni, ma disse che non gli servivo. Potevo andare in altre squadre ma alla fine ero troppo legato alla Roma e ho preferito smettere e fare l’allenatore. Alla Roma non c’e’ molta riconoscenza. Totti doveva decidere quando smettere, invece hanno scelto per lui..”
Quando sei una bandiera è più difficile smettere?
“Certo. Il nostro attaccamento credo sia maggiore. Per me e’ stata l’unica squadra. Ho fatto 15 campionati, ero affezionato in modo viscerale. Sono rimasto molto male, era impossibile che mi lasciassero andare così. C’è voluto tempo per farmelo passare..”
Totti ora è un dirigente ma sta studiando da allenatore. Che ne pensa? Per quale ruolo lo vede meglio?
“Non so se è portato per fare l’allenatore ma dipenderà da lui. Io l’ho fatto e mi sono tolto tante soddisfazioni, come la vittoria del campionato di B col Bari.”
Parlando di soddisfazioni, non possiamo non citare il 7 ottobre 2012, quando lei entrò nella Hall Of Fame della Roma. Quel giorno lei tornò sotto la sua Curva con la bandiera di Agostino Di Bartolomei. Che emozioni ha provato?
“I tifosi si ricordavano di me, avevo i brividi. Anche i giovani mi hanno osannato, si vede che i genitori gli hanno parlato di me. Oggi i giocatori cambiano maglia con più facilità..”
La Roma e l’amore per la maglia, un forte connubio, una forte tradizione di capitani che la distingue dalle altre società; lei, Santarini, Masetti, Giannini, Conti, Totti, De Rossi e speriamo Florenzi. Come mai?
“Chi gioca con la Roma si innamora. Il pubblico romanista ti da soddisfazioni enormi!”
MASSIMILIANO CESARINI
Please name to verify when testing is on the market.