Emidio Oddi a BFL: “Vendicate la sconfitta dell’84, la personalità e la mentalità sono fondamentali per raggiungere grandi risultati.”

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Non giocò quella finale del 1984 persa all’olimpico contro il Liverpool, ma Emidio Oddi ricorda benissimo quello che provò e prova tutt’ora ripensando a quel 30 maggio di quasi 34 anni fa. Di questo e altro ha parlato l’ex terzino giallorosso, intervenuto ai nostri microfoni su CentroSuonoSport 101.5:

Che effetto ti ha fatto questo sorteggio della Roma?

Il mio primo pensiero è stato “vendicateci”, la Roma ha due partite per farlo. Sono sicuro che la squadra ce la metterà tutta per arrivare in finale, spero di esultare con loro perché quella sconfitta ancora non va giù, anche dopo tutti questi anni. É vero che non si può dimenticare quel giorno, ma ci piò restituire sicuramente qualcosa. Qualsiasi squadra ci fosse capitata sarebbe stata una finale, adesso speriamo di passare contro il Liverpool, dopo di che dopo ci sarebbe comunque da affrontare uno squadrone. Spero che lo stadio sia pieno di nuovo e che il pubblico spinga la squadra come fatto contro il Barcellona.

Guardando il campionato e gli alti e bassi della Roma in questa stagione sembra inspiegabile ad esempio la sconfitta con la Fiorentina e la vittoria incredibile con il Barcellona. Come ti spieghi tutto questo?

Questo dipende sicuramente dalla concentrazione, perché se non è al massimo contro tutte le squadre rischi molto. Ci sono alcune squadre che devono salvarsi, altre hanno altri obiettivi e quindi bisogna sempre dare il massimo ogni volta che si scende in campo.

A proposito di concentrazione proprio nel 1984 si giocò Roma – Lazio, la Roma era in corsa per la coppa campioni e la Lazio era già retrocessa. Nonostante questo la partita fini 2-2, con la Lazio due volte in vantaggio: anche lì fu una questione di concentrazione?

La Lazio, così come la Roma, quando gioca il derby mette qualcosa in più e sicuramente siamo stati un po’ spiazzati da quella situazione: Liedholm non avendo tantissimi giocatori usava un tipo di turnover che in coppa ci faceva essere una squadra, mentre magari in campionato si perdeva qualcosa. Io penso sempre che se una squadra è concentrata al massimo e gioca per un obiettivo comunque può fare meglio.

Di Francesco è stato elogiato per il cambio modulo, secondo te il merito maggiore è dell’allenatore o dei giocatori che hanno giocatore con grande concentrazione?

Io credo che il merito sia d’entrambi, sicuramente ci sono tanti meriti da dare a Di Francesco per il cambio modulo con il quale ha dimostrato di essere un grande allenatore e allo stesso modo sono da encomiare lo spirito e la concentrazione messa in campo dai giocatori, quest’ultima venuta invece spesso a mancare nel corso di questa stagione fatta di alti e bassi. All’epoca era diverso perché si battevano tutti in modo particolare e avevano tutti una personalità determinante.

 

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