Dzeko: “Scudetto con la Roma è più importante dell’Europeo”

0
169

131230546-dca954fc-83e7-4749-bf26-a030206618d4Lunga intervista rilasciata dall’attaccante che quest’estate col suo arrivo ha infiammato la piazza romanista, colui che ha il compito di far sognare i tifosi giallorossi. Edin Dzeko ha parlato a la Gazzetta dello Sport del campionato in corso, delle sue ambizioni con la Roma e qualche curiosità del suo passato.

Queste le sue parole:

Roma prima in classifica a qualche mese dal suo arrivo: “Perché no? Sapevo di essere arrivato in una grande squadra, ma la stagione è ancora lunga. Ciò che conta davvero è di essere primi alla fine. Da questo punto di vista la sfida con l’Inter non è ancora decisiva, anche se la partita è importante. Chi vince prenderebbe fiducia e per questo a perdere non ci penso proprio”.

Rivali per lo scudetto: “Quest’anno non ci sono favorite. Ci siamo noi, l’Inter, il Napoli, la Fiorentina e anche la Juve. È sempre una grande squadra e si riprenderà”.

Sull’interesso della Juve in estate: “E’ vero, ho avuto contatti, ma ovviamente sono contento di essere qui”.

Parlando delle inseguitrici, Napoli e Inter: “Il Napoli gioca molto bene. Con un campione come Higuain davanti, se non avrà infortuni è la più pericolosa. Lui e Pjanic adesso sono i più decisivi della Serie A. L’Inter però ha una rosa più lunga e quindi più soluzioni di emergenza”.

Confronto tra il bosniaco e Gonzalo Higuain: “Io sono fermo a quota un gol, non sono contento, per me il gol è importante, ma non mi sento oppresso. La squadra conta di più. Penso che chiunque preferirebbe vedere la Roma vincere e Dzeko restare a un solo gol. Ma i gol arriveranno. E in ogni caso non mi fisso traguardi. Ho sempre segnato e sono sicuro che segnerò anche qui, ma non voglio mettermi una pressione da solo”.

Sugli altri attaccanti della Serie A: “Ci sono tanti a livello top, ma Higuain è il migliore. Anche Icardi e Kalinic sono molto forti, anche Eder. Una cosa è certa: segnare in Italia è più difficile, fare 30 gol altrove non è la stessa cosa”.

Su Balotelli: “Mario è un bravo ragazzo e un mio amico. I tabloid inglesi ingigantivano spesso le sue storie, ma ha grandi qualità è ha tempo per dimostrare il suo valore. A Milano può fare bene”.

Ricordi sull’ex allenatore Roberto Mancini: “È stata la persona che mi ha portato al City dalla Germania per giocare ai massimi livelli. Abbiamo vinto e passato dei momenti belli. Qualche volta non ho giocato, mi arrabbiavo e lui lo sapeva, ma lui non faceva mai differenze ed è giusto così. In Inghilterra a volte mi chiamavano “Super-Sub” perché entrando in corsa segnavo, non mi piaceva, però non è vero che sono stato felice quando è andato via. Ha fatto grandi risultati, che vorrei ripetere con Garcia”.

Mentre su Pellegrini: “Nessun problema con lui, poi non ho avuto grandi chance e così ho capito che il rapporto non aveva futuro”.

Ritornando a Mancini e su un suo interesse per l’attaccante: “Sì, è stato prima della fine della stagione, ma non se n’è fatto nulla e ora sto bene qui”.

Gol più emozionante della carriera finora: “Forse quello del 2-2 contro il Qpr nell’ultima giornata della Premier che abbiamo vinto. Trionfare dopo tanti anni con il City è stato indimenticabile. Ma non voglio dire che sia stato più bello che vincere in Germania, perché farlo col Wolfsburg non è la stessa cosa che vincere con il Bayern. Avevamo tanti giovani, è stato fantastico. Uguale con il City, che non è mai come vincere con lo United. Insomma, non mi piacciono le cose facili, ma anche a Roma abbiamo la forza per farcela”.

Su cosa sarebbe disposto a rinunciare per vincere lo Scudetto con la Roma: “Ai miei gol. Sarei disposto a rimanere a secco fino a fine della stagione Vincere il titolo qui non succede da tanto e sarebbe più importante che andare all’Europeo con la Bosnia, con cui ho già fatto il Mondiale. Se perdessimo con l’Irlanda e non andassimo in Francia, in fondo, sarà solo colpa nostra”.

Parlando di Miralem Pjanic come uomo-chiave per il suo approdo in giallorosso: “Beh, abbiamo parlato molto. La Roma già la seguivo e ho preso a seguirla di più. E poi so che il club vuole fare grandi cose e questo mi ha convinto”.

Invece su Lulic che ha cercato di non farlo venire nella Roma: “Sì, forse aveva paura, ma per fortuna non l’ho ascoltato e ora voglio batterlo. Fuori sì, ma sul campo non siamo amici”.

Parlando della Champions e dell’impegno decisivo contro il Leverkusen: “Arrivare agli ottavi è uno dei nostri obiettivi e andare fuori dispiacerebbe a tutti. Abbiamo fatto una grande partita con il Barcellona e se puoi fare bene con loro puoi farlo con chiunque. In Europa però non ci sono partite facili, lo abbiamo visto col Bate. Ora abbiamo il 50% di possibilità di passare, però mercoledì dobbiamo vincere”.

Infine su chi possa temere di più nella sfida di domani contro l’Inter: “Jovetic, perché è un grande giocatore, e Icardi. Stevan è un fenomeno, sono felice che stia bene e gli auguro il meglio, ma a partire dalla partita successiva”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.