Dott. Brozzi: “Infortuni? Come le macchine, se le fai più veloci devi mettere dei freni migliori”

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Il dott. Mario Brozzi ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Retesport. L’ex medico della Roma ha detto la sua sull’aumento degli infortuni:

“Dipende dalla scuola all’educazione allo sport: più le macchine si fanno potenti, più la forma dell’incidente prende un aspetto cospicuo. Nel mondo del calcio non esistono, o vengono rimossi, dei controlli specifici e tecnologici che avvisano prima di un problema dell’atleta e fin troppo spesso si sente dire: “E’ entrato in campo che non stava bene”, ma questo succede ogni domenica. Finché non costruiremo questa sorta di prevenzione si continuerà così. Ai miei tempi c’era. Il secondo anno di Capello avevo molta pressione sul mio staff, al quale devo tantissimo, e grazie ai suoi consigli e pressioni ho creato Roma Lab. In base ai risultati che io gli davo secondo quelli che erano i problemi fisici e mentali dei calciatori, Capello dava degli allenamenti diversi da fare. Questo per dire che se fra l’allenatore ed il medico non c’è fiducia reciproca, allora ci potrebbero essere dei problemi, così come se fra moglie e marito ci sono dei problemi, i figli crescono male”.

ANche gli scarpini possono essere u  problema? “No, perché il problema della biomeccanica è l’impuntamento e non lo scivolamento. Questi di oggi tendono a scivolare accompagnando il corpo, i killer maggiori sono in primis la non perfetta osservazione della comunicazione fra l’atleta e lo staff e la seconda è la velocità del calcio che è aumentata. I contatti veloci e ravvicinati ovviamente contano. L’equilibrio muscolare se potenzi gli estensori, poi devi lavorare sui flessori, come per le macchine: se la fai più veloce devi metterle dei freni migliori”.

Le viste mediche avrebbero potuto riscontrare a pubalgia di Vermaelen? “Se non mi dici che hai problemi urinari, io non posso rendermi conto del problema. Deve essere l’atleta a dire di avere un disturbo e quindi poi indagare sul problema. Nell’anno dello scudetto ci arrivò Cristiano Zanetti e io, con la pubalgia vera, lo feci giocare con questo “protocollo” imparato da Montella e il suo medico, poi andò all’Inter. Ho provato a dare qualche consiglio ma ormai sono fuori dal giro”.

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