Non può essere paragonata alla finale del 1984, più prestigiosa e persa in casa.
Ma, anche questa finale di Europa League, come quella dei Campioni, è stata decisa, prima, dalle nefandezze di un arbitro e, poi, dai tiri di rigori, dove la Roma ha dovuto fare a meno dei suoi specialisti, costretti alle sostituzioni.
Delusione immensa e insopportabile rabbia.
Oggi come ieri.
Ma, c’è una differenza.
La sconfitta del 1984 segnò la fine di un ciclo vittorioso, quello della “Maggica” di Viola, di Liedholm e di tanti Campioni.
La sconfitta di oggi è nel bel mezzo di un altro ciclo, inaugurato con la vittoria di una coppa europea, e, a quanto pare, destinato a proseguire sotto la guida sicura e certificata di Mourinho. Se i Friedkin decideranno, finalmente, di seguire le indicazioni dello Special One, ci sono fondate possibilità che le finali da giocarsi non rappresenteranno più un’eccezione, bensì la regola per i romanisti.
Asciughiamo presto queste lacrime.
Lecchiamoci le ferite.
E ripartiamo più fieri a affamati che mai.
Siamo i figli della Lupa. Siamo Roma.
Innamorati folli di questa Squadra e di questa Città.
Niente e nessuno potrà scalfire questo Amore.🧡♥️