Una sfida casalinga per chi tra le mura amiche ha costruito la propria salvezza, sui 36 punti totali, infatti, solo 11 sono arrivati in giro per l’Italia. Un numero decisamente basso e che fa riflettere sull’importanza del proprio pubblico e sulla sua spinta emotiva. La matematica ancora non c’è, ne servirebbero altri 4, ma le condizioni fisiche e mentali degli eventuali rivali, hanno fatto festeggiare da tempo. Forse troppo. Da mesi è in picchiata nei risultati e nel gioco, ma attenzione a pensare che regali punti, perché il suo allenatore e i supporters non vedono di buon occhio i colori giallorossi. Di chi stiamo parlando? Ovviamente dell’Atalanta di Reja prossimo avversario della Roma in campionato.
Analisi: Dedalo e Icaro. Chi è abituato a lottare per rimanere nella massima Serie, potrebbe far fatica o vacillare di fronte alla possibilità di raggiungere un traguardo prestigioso come quello dell’Europa. Difatti, nessuno, inizialmente, ci credeva, nonostante gioco e punti facessero pensare il contrario. L’Atalanta, costruita per arrivare a quota 40 punti nel minor tempo possibile, sognava di oltrepassare i confini nazionali. Per molti era follia, ma l’inizio faceva ben sperare. Dopo 8 giornate la Dea si trovava a 4 lunghezze dalla capolista Fiorentina e a 3 da Inter e Roma. Inoltre le prestazioni avevano unito, alla solita quantità del tecnico Reja, basti pensare che a dicembre era la squadra più cattiva d’Europa con 9 espulsioni in 16 giornate, anche qualità. Un gioco abbastanza spumeggiante dovuto alle buone qualità dei singoli sorrette da un entusiasmo contagioso. L’acquolina vien mangiando e la distanza, 9 punti, che, aumentava di giornata in giornata dalla terzultima posizione, faceva viaggiare liberi con la testa, quasi volare. Così il traguardo minimo, che poi era quello massimo ad inizio anno, sembrava già conquistato. I paragoni tra la qualità del proprio organico e quello dei primi due candidati alla retrocessione, ovvero Frosinone e Carpi, faceva dormire sonni tranquilli.
Così dai sonni si passò ai sogni di gloria.
Con Reja che sperava di non esser risvegliato, ma che al contempo dispensava la giusta dose di prudenza, nonostante il contagio dei tifosi e i riferimenti all’Europa cominciavano ad esser costanti.
La paura di volare faceva tenere i piedi per terra ma non troppo. I risultati e le vittorie non aiutavano e offuscavano la mente. Come quella contro i rivali di sempre, la Roma, per 0-2 e addirittura in trasferta.
L’asticella si alzò e gli obiettivi fissati in estate furono modificati, la Dea spiccò il volo, ma il saggio Reja, nelle vesti di Dedalo aveva consigliato di non volare troppo alto. I suoi giocatori, troppo giovani e inesperti, come Icaro, si fecero prendere dall’ebbrezza del volo. Il sole e il calore della gente fusero le ali attaccate all’improvviso con della semplice cera. La caduta fu rapida e dolorosa.
Analisi: Caduta libera o quasi. Dall’apice dell’entusiasmo al fondo della delusione. Il 2015 si era concluso davvero con i fuochi d’artificio, ma il 2016 sembrava più uno scherzo d’aprile. Della squadra tanto osannata nei primi mesi di stagione rimaneva solo il ricordo. Il semplice passaggio da un calendario all’altro aveva cancellato tutto.
Così un ambiente pronto ad esultare, si è ritrovato senza più pazienza. Da gennaio ad aprile è stato bruciato, eroso tutto quel credito che era stato guadagnato con fatica da agosto a dicembre. Una formazione che non solo vinceva e convinceva, ma che creava problemi anche alle big italiane, tutto ad un tratto non sapeva più far nulla.
Quegli stessi ragazzi che in punta di piedi erano pronti a bussare alla grande porta europea, erano diventati timidi e non volevano più varcare i confini oltre le Alpi. I sogni di gloria riposti nel cassetto, in attesa di tempi migliori.
Così da esser pronti per il grande salto, si è passati, per almeno un mesetto, ad esser la squadra peggiore d’Europa. I numeri, impietosi, infatti affermavano ciò. Per ben 13 partite non ha vinto una gara che sia una, nonostante il blasone degli avversari non fosse impossibile.
Frosinone, quando era penultimo, e Verona ultimo, su tutte.
La classifica tornò a far paura, ma il suicidio di Zamparini e del suo Palermo, aiutavano a mantenere la calma. Dal sorriso si è passati all’amaro in bocca, poi alla delusione e infine alla rabbia.
Tutti i colori dell’arcobaleno emotivo di un tifoso.
Per mesi si è ripetuto che l’ultimo successo risaliva al 6 dicembre 2015 e quello successivo è arrivato neanche un mese fa, il 20 marzo contro il Milan per 2 a 0.
Reja da fenomeno in inverno a bollito e pensionato in primavera, il diesse Sartori da lodato per il colpaccio De Roon a contestato per le cessioni di Maxi Moralez e Grassi. Senza dimenticare il lacrimoso addio del Capitano German Denis. A proposito del del Tanque, vi proponiamo un video con i suoi gol della passata stagione:
Il giocattolo che stava andando bene, forse troppo, si è rotto. Colpa del tecnico, della società o degli stessi calciatori o di tutte e tre le componenti.
Da sogno a incubo nel giro di pochi mesi, da volo a caduta libera, sperando che non si apra proprio ora il paracadute.
Prossimo incontro: Atalanta-Roma Stadio Atleti Azzurri d’Italia domenica 17 aprile ore 12:30
Probabile Formazione: Sportiello, Masiello, Toloi, Paletta, Dramé, Freuler, Migliaccio, Kurtic, D’Alessandro, Pinilla, Gomez. Allenatore: Reja. In panchina: Radunovic, Stendardo, Djimsiti, Cherubin, Bellini, Brivio, Conti, Raimondi, Gagliardini, Turrin, Borriello, Gakpé, Monachello.
Edoardo Albanese