De Sanctis: “E’ stata una notte terribile. Non ci sono aggettivi”

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Morgan De Sanctis ha presenziato l’evento TEDxYouth, svoltosi questa mattina presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.

L’estremo difensore giallorosso ha detto la sua sulla situazione parigina: “Chi può rimanere indifferente rispetto a delle cose che ci coinvolgeranno tutti per il resto della nostra vita? Ho sentito parlare in queste ore di mancanza di aggettivi per descrivere questa situazione e confermo questa linea”.

Il portiere abruzzese inoltre ha parlato di una notte alla ricerca di notizie, vista la presenza a Parigi di Digne, Ruediger e mister Garcia: Per quello che può valere noi della squadra siamo in perennemente in contatto, quindi il nostro team manager ci ha informato che le persone della Roma che erano a Parigi stavano tutte bene. È stata una notte terribile per tutti quanti, sia per chi è stato coinvolto direttamente, ma anche per quelli che si sono resi conto da casa di quello che stava succedendo”.

Alcune dichiarazioni anche sui tifosi: Ci sono i tifosi, che sono la maggior parte, e poi ci sono altri che non so come definire. Questa è una distinzione che vi prego di continuare a fare per evitare che si faccia una associazione generale quando si dice ‘tifosi’. Non è corretto. Rispetto a quello che è successo l’anno scorso, la federazione ha fatto un intervento molto preciso che speriamo possa funzionare da deterrente rispetto a quegli episodi che abbiamo avuto purtroppo l’opportunità di vivere l’anno scorso. Per quanto riguarda i tifosi, in senso generale, io l’ho ribadito più volte durante la stagione: sarebbe fondamentale che ci fossero, se parliamo dei tifosi della Roma. Devono tornare allo stadio, devono tornare nel rispetto a un programma che è stato stabilito dalle istituzioni”.

Sul futuro: “Mi sento bene, credo di dimostralo quotidianamente e ho l’obbligo e il dovere di farlo: durante gli allenamenti e, se dovesse capitare, durante le partite. In questo momento non mi sento in nessun modo al di fuori di quello che è il mio compito di calciatore professionista. Se queste saranno le condizioni, anche mie, a giugno non ci penso minimante a smettere. Poi si fanno tutta una serie di considerazioni, ma siamo lontani. Abbiamo una stagione intera importante, bisogna dare tutti una mano e bisogna fare le cose per bene. C’è tempo per parlarne. Per adesso i portieri della Roma ci sono, sono bravi, credo che garantiscano un ottimo rendimento e, fino alla fine della stagione, dobbiamo continuare a fare in modo che questo avvenga”.

Szczesny e il suo eventuale ritorno all’Arsenal: “Lui è stato onesto sotto tutti i punti di vista. Forse questa onestà poteva mettere in secondo piano rispetto all’opportunità di dire certe cose e di pensarne altre. Invece è stato onesto: è un giocatore dell’Arsenal, sta bene a Roma, ha detto tutto quello che doveva dire. Non mi farei tanti problemi piuttosto sarei speranzoso di continuare a vedere, nel caso del portiere meno protagonismo significa più qualità di risultati, però i portieri ci sono, sono bravi e diamogli fiducia indipendentemente da quelli che saranno gli scenari futuri che forse non dipendono, in questo caso, solo dagli interpreti”. 

State parlando con la società del tuo rinnovo? “Io l’anno scorso ero in scadenza di contratto e, orientativamente, mi incontri con il direttore a dicembre. Quest’anno potrebbe essere dicembre, potrebbe essere più avanti, non c’è premura. Ripeto: io mi sento giocatore anche perché non ho nessun tipo di manifestazione che posso dimostrare il contrario. La mia priorità è sicuramente la Roma, qui ho deciso di fermarmi a vivere quindi se decidessi di continuare a giocare mi piacerebbe farlo nella Roma. Poi quando si firmano i contratti, l’ho detto anche l’anno scorso, non si firmano da primo, secondo o da terzo portiere, ma si ci si cerca di allenare per dare un contributo tutti i giorni. Questo è l’obbiettivo. Decideremo insieme alla società, e non mi sembra presuntuoso dire questo, sono un profilo di giocatore maturo, so quali sono i miei diritti e i miei doveri e non metterò spalle al muro nessuno anche perché non vorrei mai essere messo spalle al muro”.

Come si vive lontano dal campo? “Fatta salva l’esperienza a Siviglia negli ultimi hanno ho sempre giocato, però nella mia carriera ho fatto il terzo portiere, ho fatto il secondo… Credo che, e qui lo dico anche con un po’ di presunzione, per buon senso, per intelligenza, per coerenza ci si debba comportare come mi sto comportando io perché i professionisti fanno così. Non si può cambiare atteggiamento quando si gioca o si è più protagonisti, quindi questa è la linea. Vorrei che questo fosse apprezzato e credo che lo sia non mi pongo nessun altro tipo di problema singolo rispetto all’interesse collettivo”.

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