Il Capitano giallorosso, Daniele De Rossi, che ieri ha compiuto 34 anni, ha rilasciato un’intervista all’emittente televisiva statunitense NBC. Queste le sue parole:
Parliamo dello scudetto…
“E’ il mio obiettivo più grande. E’ ciò che sto seguendo da tutta la mia carriera. So che alcuni ragazzi sanno cosa vorrebbe dire vincere a Roma ma ad altri vorrei spiegarglielo in profondità. E’ compito nostro sapere cosa vorrebbe dire vincere”.
Cosa pensa del nuovo gruppo?
“E’ molto presto per dare giudizi, ma già si vede che siamo una buona squadra anche se ci sono diversi giovani, ed è molto importante. Credo che a 27 anni devi sapere benissimo cosa voglia dire essere un calciatore professionista. La fame arriverà sicuramente più in la, quando inizieremo le partite più importanti ma si può trovare anche negli allenamenti quotidiani e nel tempo libero. Si respira una buona atmosfera, spero continuerà anche in seguito.”
La tua caratteristica principale è la leadership…
“È qualcosa che hai dentro, fa parte del tuo personaggio, ma è anche qualcosa che crei durante la tua carriera e la tua vita. Non è qualcosa che bisogna mostrare in ogni istante nel calcio o in un qualsiasi posto di lavoro. Devi sempre essere gentile e disponibile con i tuoi compagni, questo è tutto. Se c’è da alzare la voce, lo fai, ma non c’è nulla di speciale.”
Quali sono le sue linee guida?
“Prima di tutto bisogna rispettare all’interno del campo i propri compagni. In realtà anche fuori dal campo, perché stai facendo un lavoro ed è normale comportarsi così, è giusto. Le persone che amano il proprio lavoro si rispettano reciprocamente.”
Come vorrebbe essere ricordato una volta lasciato il calcio?
“Come un calciatore professionista, un bel ragazzo ma, soprattutto, come innamorato folle per la sua squadra. Ed anche un buon giocatore perché penso di esserlo. Niente di più.”
Totti?
“Quello che è successo con Francesco è unico ed irripetibile. Sono felice. Lo sarò ancora di più se molte persone mi ricorderanno come un bel ragazzo, come una persona enorme che ama Roma quanto più può.”
Come spiega l’attaccamento alla città?
“C’è qualcosa dentro di noi cittadini romani. Roma è una città ricca di storie e di storia, ricca di cose antiche. Ci sono monumenti, ci si può leggere nei libri, ma anche persone connesse all’arte come Ennio Morricone o Sergio Leone. È un mix di cose nuove che, però, restano legate alla nostra storia passata. È qualcosa che devi ricordare, non dimenticare e può influenzare il nostro modo di condurre e vivere al di fuori del calcio e del mio modo di giocare.”