De Rossi: “Se passiamo sarà una delle serate migliori della mia carriera in Champions”

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Il capitano della Roma ha accompagnato il tecnico Di Francesco nella consueta conferenza stampa, alla vigilia del match di Champions League contro il Qarabag:

Vuoi parlare ancora di quello che è accaduto col Genoa?
“Ho parlato subito, ho chiesto scusa, di più non posso fare. Se potessi, tornerei indietro. Posso solo concentrarmi sulle prossime partite, come ho sempre fatto. La prossima è davvero molto importante, pensare a Genova non mi aiuterà”.

Lo striscione di sostegno che i tifosi hanno esposto contro la SPAL?
“Mi ha fatto molto piacere, ogni volta che ho avuto difficoltà loro sono stati fermi nello schierarsi con me. Ero a casa, sono stato felice. Non faccio promesse, meglio non farne. Non tutto dipende da te, anche se domani sera dipenderà da noi”.

Come si prepara mentalmente la partita di domani?
“Come tutte le partite importanti, non diversamente da un derby, Roma-Juventus o Roma-Milan. A livello tattico quest’anno abbiamo un modo di affrontare le partite sempre molto simile, bene o male siamo quelli, è uno dei nostri punti di forza”.

16 anni fa l’esordio in Champions League, che rapporto hai con questa competizione?
“Mi ha regalato grandi gioie e cocenti delusioni, un paio di brutte figure. Sempre in linea con la nostra dimensione, la realtà della Roma è una realtà che non ti permette di fare troppi voli e troppi sogni, ci sono squadre nettamente più attrezzate. Il passaggio di domani è fondamentale, di passare un girone del genere non c’è mai capitato, sarebbe una bella immagine da esportare in Europa, eliminare l’Atletico Madrid, superare un girone del genere. Se passiamo sarà una delle serate migliori della mia carriera in Champions”.

Avevi detto che sarebbe stato complicato sostituire Spalletti, un po’ ragione o un po’ torto?
“Avevo ragione. Era complicato, non impossibile. In quei giorni si parlava di lui e passava come uno sprovveduto, che aveva fatto danni. Qualche casino l’ha fatto, c’è stato un clima particolare con Francesco e ne abbiamo risentito. Ho detto difficile, ed è la dimostrazione di quello che stiamo facendo. Facciamo gli scongiuri, ma i primi 6 mesi del mister sono i migliori dei primi 6 mesi di ogni allenatore della Roma. L’anno scorso abbiamo zoppicato un po’ all’inizio, quest’anno corrono tutti, fosse stato così l’anno scorso avremmo vissuto mesi da capolista”.

Domani dovrebbe arrivare l’ok per lo stadio. De Rossi ci giocherà?
“Premesso che non è la nostra priorità di oggi, il futuro prossimo lo costruiamo domani sera, uno stadio tra 3 o 4 anni. Nel 2021 avrò 38 anni. Sarà difficile, anche se fisicamente e mentalmente sono abbastanza confortanti i dati, poi ci sono altre problematiche, di qualità che devi avere e che non so se avrò. È importante giocare gli ottavi di finale”.

Con la somma delle squalifiche hai quasi perso una stagione. Questo lato del tuo carattere ti ha più giovato o penalizzato?
“Se calcoli un giocatore che gioca 16 anni con 2 giornate di squalifica l’anno sono 32 giornate di squalifica. Se sono ogni anno 3 ne ha saltate 40. La matematica è evidente, non ho saltato un anno della mia carriera, sono sempre stato molto presente. Una squalifica per uno strattone è diversa da quella per un cazzotto. Non ho saltato un anno, avete scritto male. Sono sempre stato presente, pagando quando sbagliavo. Domani sarò presente negli spogliatoi e in questa partita, poi se sto qui significa che… vabbè (ride)”.

Perotti ha detto che non sei solo un capitano di una squadra, ma di una città e che quando fai qualche cavolata nessuno si permette di dirti nulla. C’è un calcio che voi conoscete e quello di cui parlano tutti, che è un’altra cosa?
“Senza presunzione, è risaputo che il calcio che conosciamo noi è ben diverso da quello che conoscete voi. Ci sono giocatori eroici che magari conosci e se la fanno addosso, o altri che passano per antipatici e sono tutt’altro. Esempi per dire che noi sappiamo davvero quel che succede, il fatto che sia considerato un bravo compagno non mi dà dei bonus, devo pagare ma ringrazio Diego. Ho la sensazione che mi ritengano una persona su cui fare affidamento, che non volta le spalle agli altri. Mi schiero sempre dalla parte dei compagni”.

Si è posto un obiettivo in carriera?
“Non può dipendere da noi. Ho sempre detto di voler smettere prima di non farcela più e prima di iniziare a non divertirmi più. Passano stagioni in cui ti diverti di meno. Se fai fatica e stai male a 34-35 anni dal mio punto di vista, per come sto non sarei mai legato a questo lavoro al punto di farlo stando male. Sto bene, mi diverto quando le cose fanno bene e meno quando vanno male. Dire che non smetto finché non vinciamo lo scudetto sarebbe da folli. Spero di vincerlo, se non ci fosse proprio possibilità sarei andato da un’altra parte. Ma non è  impossibile”.

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