De Nadai: “La Roma di Mourinho può fare grandi cose, ma tutti devono sacrificarsi”

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Michele De Nadai, ex calciatore dell’AS Roma, con cui ha vinto due Coppe Italia (1980 e 1981), è intervenuto alla trasmissione “Bar Forza Lupi”, su Centro Suono Sport 101.5 FM.
Ecco le sue dichiarazioni.

Arrivasti nella “Rometta” e te ne andasti sul nascere della “Maggica”.
“Quando approdai alla Roma, nel 1977, si stava chiudendo un’epoca, in cui ci trovammo anche a lottare per la salvezza. Diedi anche un mio piccolo contributo alla causa, segnando il gol della vittoria a San Siro contro l’Inter, sul finire della stagione 1978/79: raccolsi una botta di Agostino Di Bartolomei, che si era stampata sulla traversa e calciai in rete dal limite dell’area. Furono due punti fondamentali, conquistati contro una squadra nerazzurra fortissima. Poi, arrivò Paulo Roberto Falcao a portarci una mentalità vincente. Vincemmo due Coppe Italia consecutive. E ci fu il gol annullato a Turone contro la Juve, che ci privò di uno scudetto meritato: una roba assurda; ricordo che quando tornammo negli spogliatoi, spaccammo tutto per la rabbia. Quel gol avrebbe cambiato la storia della Roma e anche la mia: giocavo poco in quel periodo e volevo andarmene; chissà, magari, vincendo lo scudetto, sarei rimasto”.

Invece, ti trasferisti alla Lazio, in serie B.
“A quei tempi, noi giocatori non avevamo molta possibilità di scelta. Decidevano le società. Poi, concorsero una serie di fattori: con mia moglie avevano appena comprato casa a Roma e alla Lazio c’era Castagner che mi voleva fortemente. Fu un periodo complicato: i tifosi mi insultavano per il mio passato da romanista, ebbi anche un brutto infortunio”.

Cosa pensi della Roma di oggi, allenata da Mourinho?
“Anche lui, come fece Falcao, sta portando una mentalità vincente a Roma. Al primo anno, ha subito conquistato una coppa europea. Certo, ha il suo bel da fare. Nella Roma, ci sono molti giocatori di grande livello, come Dybala, Pellegrini e Zaniolo, ma ho l’impressione che non si sacrifichino abbastanza. La squadra può fare grandi cose, a patto che si trovi un equilibrio in campo. Per questo, serve il sacrificio di tutti”.

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