C’è chi ama andare allo stadio per vedere la partita e lo spettacolo annesso, e chi preferisce rimanere comodo sul proprio divano, godersi il match e ascoltare, vivere le emozioni del tifo in pantofole. O almeno fino a poco tempo fa era così.
Da quest’anno, tranne in rarissime occasioni, sembra non ci sia più differenza tra i due modi di assistere ad una partita della Roma o della Lazio. Molte, infatti, sono state le azioni per dissuadere le persone a recarsi allo Stadio Olimpico, dai molteplici controlli alle lunghe file ai tornelli, dalla multa per il cambio di posto alla barriera posta nel cuore del tifo romano, dagli orari a volte improponibili come le 14:30 di mercoledì, alla richiesta di un documento che non sia la patente, perché non ritenuto tale, per l’accesso all’impianto.
Di certo tutto questo non aiuta ad aumentare lo spettacolo, anzi. Ma forse, come riferisce su ilfattoquotidiano l’Avvocato Contucci, questo era proprio l’effetto voluto. Ovvero allontanare i “facinorosi” dagli impianti per eliminare la violenza, e creare una sorta di tifoso 2.0. Un appassionato, una famiglia capace di sostituire chi da sempre ha seguito e sostenuto la propria squadra, dimenticando che per avere questo nuovo supporter moderato e spendaccione bisognerebbe avere un bacino di utenza molto ampio. Dimenticando o non pensando che questo modus operandi, non ha allontanato solo i Fucking Idiots, così definiti dal Presidente Pallotta, ovvero coloro che creavano disturbo o violenza, ma ha svuotato completamente lo stadio. Lasciando a casa parecchi tifosi e inducendo i pochi temerari rimasti ad assistere ad uno spettacolo, che tale non è più. Eppure fino a poco tempo un derby si presentava così:
Dallo show invidiato in tutto il mondo al deserto, alla solitudine. Questo è stato il risultato del processo attuato negli anni.
