Da Madrid a Londra, ecco l’atteggiamento dei presidenti

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Premesso che in più di un’occasione da queste pagine sono stati fatti degli approfondimenti sul perché gli striscioni di Roma-Napoli non debbano essere considerati proporzionati alla pena inflitta alla Curva Sud.

La reazione del presidente Pallotta, così come la decisione di non presentare ricorso (qui le motivazioni), ci ha spinto ad una ricerca di episodi per i quali si sono mossi personalmente altri patron di società calcistiche. Ribadiamo che gli episodi che seguiranno non sono paragonabili a quanto accaduto allo stadio Olimpico né per forma né tanto meno per contenuti, ecco come i numeri uno di alcuni club europei hanno reagito alle gesta dei propri supporter.

In occasione della gara di Champions League dello scorso marzo giocata tra PSG e Chelsea, alcuni tifosi inglesi si sono resi protagonisti di un gravissimo episodio all’interno della metropolitana parigina, quando ad un ragazzo di colore, Souleymane S., è stato impedito di salire su un convoglio con tanto di cori razzisti a fare da sottofondo. “Volevo salire sul vagone, ma un gruppo di tifosi inglesi non me l’ha permesso spingendomi via, ho capito che il loro problema era il colore della mia pelle. Sono stato di fronte a loro per minuti, poi è intervenuto il personale, ma solo per assicurarsi che il traffico scorresse regolarmente. Ho aspettato il treno successivo, poi quando sono tornato a casa non ho parlato di quanto successo, ma avevo in mente di rivolgermi alle associazioni che si battono contro il razzismo”, questo è quanto dichiarato dallo stesso Souleymane a Le Parisien, E il Chelsea come ha reagito? Per i tre tifosi protagonisti di questo gravisimo episodio è scattato immediatamente il divieto provvisorio di ingresso allo Stamford Bridge, tramutato qualche giorno dopo in un “BANDITI A VITA DALLO STADIO”.

Nel novembre 2013 è stato un tifoso del Borussia Dortmund a rendersi protagonista di una “squalifica” per 4 anni dall’impianto tedesco. Il reato? Un saluto nazista durante l’incontro disputato e vinto per 6-1 dai gialloblu contro lo Stoccarda. Il braccio teso non è sfuggito al club tedesco che dopo averlo identificato su una foto in una rivista ufficiale, lo ha etichettato come spettatore non gradito.

Un alto episodio gravissimo è accaduto lo scorso novembre in occasione della gara della Liga tra l’Atletico di Madrid e il Deportivo La Coruna, quando un gruppo di “tifosi” madrileni durante degli scontri con i supporter della squadra ospite, ha colpito un uomo di 43 anni alla testa per poi gettarlo nel fiume Manzanarre. Francisco Javier Romero Taboada, questo il nome del tifoso galiziano, dopo essere stato rianimato ha perso la vita presso l’ospedale Clinico. I dirigenti dell’Altetico il 2 dicembre avrebbero poi comunicato sul proprio sito internet la sospensione immediata dei “soci” senza possibilità alcuna di ritornare ad esserlo e per chi tra di loro non figurava nella lista dei soci è stata impedita la possibilità di diventarlo. 

Gli episodi descritti che vanno dalla Germania all’Inghilterra e alla Spagna, fanno capire come gli strumenti e le possibilità per isolare i protagonisti di razzismo o intolleranze di qualsiasi tipo ci sarebbero e andrebbero soltanto applicati, al di la degli insulti stile fucking idiot e della penalizzazione anche di chi tanto idiot non è .

Domenico Rimedio da canaleroma.it 

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