C’è chi si aspettava che continuasse a piovere, chi l’inversione di tendenza, ovvero il sole, ma nessuno aveva previsto la grandine.
Che Marzo sia il mese più imprevedibile dell’anno lo sanno tutti, ma che si avvicendassero tutte le stagioni in una sola settimana, questo no. Da mercoledì 1 a giovedì 9 infatti, si è passati da una torrida estate al freddo inverno russo.
Eppure Spalletti dovrebbe essere abituato a tali temperature, ma così non è sembrato. Non solo negli ultimi 90′, ma anche nei 180 precedenti. Dagli stravolgimenti della formazione iniziale agli inutili cambi negli ultimi 5 minuti, passando per la deleteria idea di scoprirsi inserendo dei giocatori offensivi, quando bisognava limitare il passivo e mantenere il risultato in vista del ritorno.
Ritorno che sarà difficile come ammesso dallo stesso tecnico, che negli ultimi tempi ha iniziato a subire molte critiche, forse un po’ esagerate, nonostante gli errori nelle uscite con Lione, Lazio e Napoli siano lampanti e sotto gli occhi di tutti. Come spesso gli è accaduto infatti, ha voluto stupire, ma l’unica magia riuscita è stata quella di capovolgere gli obiettivi stagionali.
Già, perché in soli 8 giorni, in soli 3 match, forse, il team di Trigoria è riuscito nell’impresa quasi impossibile, di gettare alle ortiche la corsa nelle 3 competizioni. Ancora una volta la Roma riscrive la storia, un nuovo capitolo della saga. Ancora una volta si cimenta in un nuovo, dolorosissimo, record.
In molti citano una carenza di condizione fisica, in molti altri la rosa corta, circa 14 i calciatori maggiormente utilizzati, o i cambi tardivi e poco azzeccati del tecnico toscano, mentre Spalletti si difende parlando di maturità e concentrazione.
Strano che nessuno abbia ancora tirato fuori la vita mondana dei romanisti, l’ambiente, le radio e la poca applicazione in allenamento, perché a quel punto si sarebbero tirati in ballo tutti, i soliti, motivi delle svariate crisi giallorosse.
Da Ranieri a Spalletti, passando per Garcia, Luis Enrique e Zeman. Allenatori diversi accomunati da un filo conduttore, i soliti problemi di crescita e le mille soluzioni proposte.
Tutti ne hanno suggerita una e tutti hanno ragione e nessuno torto, ognuno può dire la sua ed esser convinto di essere nel giusto, questo in fondo è il bello del calcio.
Negli anni però sono state dette tante di quelle cose, che a Roma, nulla può essere considerata una novità. Ogni partita ha ricevuto mille letture, mille analisi, ma mai una soluzione definitiva.
Si, perché alla fine del discorso il punto è proprio questo, ma perché nessuno ferma la ruota? Perché la storia si ripete sempre uguale a se stessa?
Edoardo Albanese