Mancava poco al termine del limite fissato entro il quale avrebbero dovuto presentare eventuali documenti da analizzare riguardanti lo Stadio della Roma. Proprio sul gong finale il comune ha inviato una mail alla regione, ma non per confermare la pubblica utilità ma per sottoporre altre criticità riscontrate. In una nota della Regione infatti si apprende che:”Roma Capitale ha trasmesso ulteriori contributi sul progetto del nuovo stadio della Roma. Si ritengono quindi differiti i tempi di indizione della Conferenza dei Servizi”.
Anche se, secondo quanto riportato da il Corriere della Sera, il Comune continua a sostenere che:”solo in Conferenza di Servizi sarà possibile configurare per intero e in forma definitiva i caratteri del progetto e delle opere di allaccio e mitigazione, i caratteri della variante e di conseguenza il permanere dei profili di interesse pubblico.”
La Regione però risponde che la legge sugli stadi dice chiaramente che «il Comune dichiara il pubblico interesse della proposta», e che da parte loro non c’è alcuna voglia di rallentare l’iter.
Secondo quanto si legge dal quotidiano la Repubblica, nella tarda serata di lunedì, dal Comune sarebbero arrivate in Regione osservazioni sui possibili ingorghi che si potrebbero creare sulla via Ostiense e la via del Mare quando la Roma giocherà in casa e sulla difficoltà di allungare la metro B a Tor di Valle senza mandare in tilt l’intera linea, sui problemi alle fognature dell’area e i troppi alberi che andrebbero abbattuti.
Punti critici a cui, però, non è stato allegato quel parere di conformità alla delibera di pubblica utilità sul progetto della Roma votata in era Marino. Si tratta del documento (previsto dalla legge sugli stadi) che avrebbe di fatto dato inizio alla conferenza dei servizi. In mancanza dell’atto, per evitare un ulteriore stallo, i tecnici e i dirigenti della Pisana stanno vagliando tutte le opzioni per dare comunque il via al tavolo. E alla fine costringere il Movimento 5 Stelle a decidere sullo stadio: in aula, davanti a tutti e senza rimpalli tra uffici.