Scommesse, gare truccate, accordi sottobanco e rinvii ad personam delle partite, con buona pace delle esigenze e dei diritti dei tifosi, che con la loro passione tutto pagano e sovvenzionano. Questo è il calcio di oggi, in Italia e non solo. E noi, che non ne possiamo più, diciamo basta con questo calcio marcio e malato, fedele specchio della società che lo circonda, nella quale l’immoralità, la corruzione e il denaro eletto a unico dio la fanno da padroni. Basta con il calcio dei poteri arroganti che lo gestiscono e che considerano i tifosi solo come “clienti”, buoni in ogni stagione per portare i soldi necessari a mandare avanti il baraccone. Basta con le scommesse, che da quando hanno preso il posto della schedina condizionano minuto per minuto le partite, perché è proprio attimo dopo attimo che si può scommettere stando comodamente seduti a casa. Proprio come si può perdere il patrimonio di famiglia nel gioco d’azzardo, lo stesso che con i tanti gratta e vinci e giochi online che esistono sovvenziona lo stato ipocrita, che con una mano incassa e con l’altra ti dice che proprio il gioco è una patologia da combattere. E basta con le partite spalmate per far contente le televisioni, perché quando scendi in campo conoscendo il risultato delle tue concorrenti sei inevitabilmente condizionato da quello e il tuo rendimento in gara ne risente. Sempre ammesso (e non concesso) che di questo freghi qualcosa ai padroni di vapore, che pensano solo a come incassare più soldi possibili dai tifosi-clienti di cui sopra. Basta con i secondi posti spacciati come vittorie solo perché consentono di incassare tanti soldi e partecipare direttamente ad una Champions dalla quale poi si esce al primo turno. Sul campo chi arriva secondo ha perso, non ha vinto. Da che sport è sport. Basta con il calcio usato per i giochi di potere e le alleanze, per farsi vedere e diventare importanti, per manifestare la propri ignoranza razzista e fare i propri sporchi traffici di ogni genere, in curva e fuori. Basta, per tutti questi motivi, con il calcio moderno, che ha perso fascino, pacatezza, educazione, rispetto delle regole e dell’avversario per diventare show-business, altro che sport. Noi che invece abbiamo amato il calcio fin da bambini e che soprattutto per questo ve ne diamo puntualmente notizia da queste pagine, diciamo ai tifosi, appassionati e calciofili che ci seguono che è giunta l’ora di cominciare a far sentire la loro voce nell’unico modo che hanno a disposizione. Dando la disdetta a tutti gli abbonamenti che hanno, siano essi allo stadio o alle pay-tv. Non comprando più nulla di quello che è venduto da questo calcio malato e dai suoi dirigenti da barzelletta, che parlano il latino per dimostrare quanto sono bravi prima a se stessi e poi, ma solo poi, agli altri. Solo così, colpendo chi comanda nelle tasche, forse si potrà interrompere la spirale di malaffare e ignoranza nella quale è caduto lo sport più bello del mondo in Italia.