Molte assenze. Altri infortuni durante la partita. Contro la squadra detentrice del titolo, seppur in una stagione per lei difficile. Qualificazione già in ghiaccio grazie al Viktoria Plzen che espugnava poco prima lo stadio del CSKA. Molte scuse per questa Roma in una serata comunque felice sia per il passaggio del turno che per l’anticipo festoso della Hall Of Fame del Capitano Totti.
Ma, analizzando la partita ed il giusto nervosismo di Di Francesco alla fine della stessa, qualcosa che non torna c’e’. La Roma è in involuzione di gioco dall’inizio del campionato e non basta un primo tempo gagliardo che incredibilmente non ha visto i giallorossi in vantaggio, per l’assurdo errore a porta vuota di Under (peraltro uno dei migliori in generale). Da quell’ errore lo sconforto di una squadra che non rientra nel secondo tempo a dispetto di un Real che, a quel punto, vince senza neanche impegnarsi troppo, soprattutto per l’errore di Fazio al quale un assist ad un compagno preciso come quello a Bale in carriera non è mai riuscito. Da lì il secondo gol di Lucas Vasquez è una formalità e poco cambia.
Rimaneggiati certo, ma ieri c’era tanto Monchi in campo e i risultati (non) si sono visti. Cristante fa quel che può ma evidentemente neanche la sufficienza è alla sua portata. Di Nzonzi a preoccupare non sono le sue bradipe prestazioni ed il suo agghiacciante controllo di palla, ma ieri più di tutto preoccupa la faccia sconsolata in panchina, di un giocatore fatto (così ci è stato presentato) che a 30 anni non sa gestire due fischi, peraltro meritati. Infierire su Karsdorp o Coric, così giovane, non ha senso ed ormai anche parlare dell’evanescenza di Schick sembra una perdita di tempo, mentre Kluivert almeno si muove e sappiamo che è vivo. Unica nota positiva Zaniolo, carico e voglioso, ma non si può gravare un ragazzo di troppe responsabilità. La verità è che questa squadra non può fare a meno di De Rossi (35 anni!), Florenzi, Manolas e neanche del peggior Dzeko. Il mister sempre più in confusione e in preda ai nervi, tattica a parte (di cui non parliamo per non offendere Kolarov), non sa gestire o motivare questi ragazzi.
Alla fine però Roma agli ottavi da seconda, come doveva essere, in attesa di sapere chi affronterà (veramente pochi i club abbordabili) ed in attesa di un altro miracolo di Coppa.