Alla Roma soltanto per tre stagioni, ma tanto è bastato a Toninho Cerezo per entrare di diritto nelle leggende della storia giallorossa.
Il centrocampista brasiliano ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport dove ha parlato di Roma-Lecce, della finale di Coppa dei Campioni, di Falcao e del tormentone degli anni 80: “Secondo te dove lo festeggia il Capodanno Toninho Cerezo?”. Dopo 33 anni da quel Vacanze di Natale 83 l’ex romanista ci gioca sopra: “A casa con la famiglia e poi a dormire, perché ero un professionista serio”.
Sulla sua premiazione nella Hall of Fame di questa sera (in programma alle 19): “E’ un’emozione indescrivibile. Per me è stato già un enorme privilegio vestire la maglia della Roma. Vorrà sapere dei miei ricordi più belli: io le dico che ogni giorno con quella maglia addosso è stato speciale, perché rappresentava una responsabilità verso un popolo. A Roma sei parte di una comunità. E solo se la vivi la capisci fino in fondo”.
Su Roma-Liverpool e sul rigore non tirato da Falcao: “Io a questa storia non ho mai creduto. Per me Paulo Roberto avrebbe calciato il quinto. Ma con lui non ne ho mai parlato: troppo dolorosa quella partita”.
Su Roma-Lecce: “Conoscendo i miei compagni nessuno si sarebbe mai venduto uno scudetto. Io però non giocai perché ero squalificato. Quella Roma sembrava maledetta? La definirei sfortunata, se penso anche agli incidenti di Ancelotti. Calciatore intelligente ma non l’avrei mai visto come allenatore: non parlava mai…”.
Totti? “Può andare oltre i 40 anni. La medicina sportiva di oggi è migliore rispetto a 30 anni fa. Non sarei sorpreso se continuasse”.
SU Gerson: “Bel piede, gran fisico. Penso possa farsi valere in Italia. Ma mi permetta di dire una cosa: io per la mia epoca non ero un fuoriclasse. Eppure se vedo i centrocampisti di oggi, posso affermare che sapevo giocare a calcio”.
