C’era un cinese a Roma. L’Oriente prova a conquistare l’Occidente, ma le banche cercano Pallotta

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cinesiIn pochi giorni sono rimbalzate molte voci, da Pallotta che cerca acquirenti per piccole parti delle sue quote, al numero 1 americano che vorrebbe disfarsi del pacchetto di maggioranza, passando per una volontà di trovare soci per costruire il nuovo stadio.

Secondo quanto riportato da il Tempo nell’edizione odierna, proprio quest’ultima voce avrebbe qualche fondo di verità. Infatti, anche ieri sono filtrati dal mondo economico nuovi rumors su possibile vendita di quote della Roma e/o della società-veicolo per l’impianto di Tor di Valle. Milano Finanza tira in ballo il gruppo immobiliare cinese Evergrande Real Estate, proprietario della squadra Guangzhou guidata in passato da Marcello Lippi, che stando a quanto riferito sarebbe alla finestra per l’acquisto di quote della società giallorossa.

Anche se entrambe le correnti di pensiero sarebbero state già smentite dal management giallorosso.  Anche perché a quanto risulta, negli ultimi due anni le manifestazioni di interesse di gruppi asiatici non sono mancate, ma quando si è provato ad approfondire i contatti i misteriosi acquirenti si sono dileguati.

Ciò che però sembra essere molto vicino alla realtà è che Pallotta sembra sia attualmente impegnato nella ricerca di fondi per l’operazione-stadio che si avvicina a entrare nella fase operativa. Dopo esser stato avvistato la settimana scorsa nella sede di Deutsche Bank di Piazza Santi Apostoli, da lunedì il presidente della Roma ha in programma una serie di appuntamenti presso le sedi londinesi di alcuni istituti di credito per lavorare sul piano di finanziamenti per la costruzione dell’impianto di Tor di Valle.
Sono le banche, in realtà, a proporgli da mesi il coinvolgimento di investitori interessati all’affare. Ora resta da definire se attivare solo dei mutui pluriennali (come da project financing già stilato e partito col primo prestito da 30 milioni di Goldman Sachs per coprire i costi di progettazione), oppure far coincidere il prossimo aumento di capitale di Stadio Tdv Spa, la società creata ad hoc per lo stadio e al momento detenuta al 100% dalla Neep a sua volta totalmente controllata da Pallotta e i suoi soci americani (a proposito: Raptor ha venduto ad As Roma Spv Llc il suo 9%), con l’ingresso di un nuovo partner. Si dovrebbe comunque trattare di un socio di minoranza, visto che il contratto firmato con l’allora sindaco Marino lega la proprietà dello stadio a quella del club, salvo far scattare una penale da 195 milioni.

Molti ipotesi dunque che solo nei prossimi giorni assumeranno contorni più definiti e certi. Di certo per ora, però è che a Londra voleranno anche l’ad Gandini e il dg Baldissoni, mentre è in dubbio la presenza del “consulente” Baldini.

Sono giorni cruciali anche per il bilancio del club: ai primi di ottobre il cda approverà l’esercizio chiuso allo scorso 30 giugno, ancora in perdita, ma secondo le stime il “rosso” si sarebbe attestato a circa 15 milioni rispetto al -38 dei due anni precedenti. Un bilancio che rispetta quasi del tutto l’accordo fatto con l’Uefa e che verrà portato in assemblea a fine ottobre. Sul piano economico, la società deve stabilire come coprire la perdita di esercizio riportata a nuovo dall’ultimo bilancio essendo scattati i presupposti dell’articolo 2446 del Codice Civile (capitale inferiore a un terzo delle perdite): o verrà varato un nuovo aumento di capitale in As Roma – che Pallotta eventualmente dovrebbe onorare senza l’aiuto di nuovi soci – oppure verranno sfruttate le risorse di patrimonio.

 

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