Fabrizio Castori, tecnico del Carpi rivelazione della serie cadetta, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sportnel corso della trasmissione Bar forza lupi. Ultimo nella classifica della serie B per quanto riguarda il possesso palla ma primo nella classifica dei punti, la filosofia del tecnico marchigiano è quella del “palla lunga e pedalare” a scapito proprio del minutaggio con il pallone tra i piedi dei suoi.
Quali sono i segreti del Carpi? “Di segreti nel calcio non ce ne sono molti, nessuno ha scoperto niente. La nostra è una squadra giovane, con fame e voglia di affermarsi. Una società serie con un direttore sportivo preparatissimo. Giochiamo un calcio divertente e concreto”.
Peggior possesso palla della serie B ma primato in classifica: “Io dico solo meno passaggi orizzontali. La squadra cerca la porta avversaria con velocità e facciamo molti tiri in porta. Il nostro è un principio di calcio verticale e abbiamo fatto gol con quasi tutti i calciatori. Il calcio è soggettivo e non conosco il criterio per il quale il tiki taka è indice di bel gioco, per me il bel gioco è il nostro, mentre il possesso mi annoia. . Si è voluto scimmiottare il calcio spagnolo ma di Barcellona ce n’è uno. Vai a chiedere a chi ha fatto le statistiche quante volte la mia squadra ha tirato in porta. Giocare in verticale significa correre molto ma in Italia si corre poco”.
In serie A Roma e Juve tengono molto il pallone: “La serie A secondo me non è un paragone proponibile. C’è molta differenza tecnica tra alcune squadre e le altre ed è normale che Roma e Juve tengano di più il pallone. Io contesto solo il principio che il possesso palla sia indice di bel gioco”.
Tornando al modo di giocare “in verticale”: “Se tu giochi sempre con la palla addosso è noioso, non tiri mai ed è un gioco stucchevole. E’ vero che si riesce a gestire il ritmo ma perché vuoi correre poco. Per giocare in verticale ci vuole anche una grande preparazione atletica. Ai mondiali tutte giocavano con palla in verticale a parte l’Italia che ha fatto ridere; tutte applicavano intensità attaccando la porta. Io sono sempre stato legato a questo concetto e questi mondiali mi sono piaciuti moltissimo a parte l’Italia che è uscita in modo vergognoso”.
Si ispira a Conte? “Con tutto il rispetto vengo prima io. Abbiamo le stesse idee e anche lui ripete spesso i miei concetti. In Italia per correre bisogna allenarsi molto ma invece ci si allena poco. A Coverciano è stata fatta una riunione nella quale è stato chiesto di lavorare di più perché all’estero si fa così. Lo stesso Conte ha sottolineato che bisogna correre di più ma la cosa non mi riguarda perché noi corriamo e ci possiamo permettere di giocare in verticale”.
Le difficoltà della Roma: “Un po’ sono i tanti infortuni e qualcosa forse non ha funzionato a livello di preparazione ma visto dall’esterno è difficile dare un giudizio”.
Può essere anche un fattore psicologico diverso dalla novità dello scorso anno? “In parte è vero, un conto è la novità che crea la giusta alchimia che con il tempo è difficile mantenere. Potrebbe essere anche quello ma ripeto, è un giudizio che viene dall’esterno ed è probabile che anche gli infortuni stiano pesando”.
Foto estratta da @carpifc1909