Carlo Zotti: “Pau Lopez non ha espresso tutte le sue potenzialità, ma ora lo vedo più sereno”

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Carlo Zotti, ex portiere della Roma, oggi nello staff del Lecco come preparatore dei portieri, è stato intervistato da Centro Suono Sport durante la trasmissione “Bar Forza Lupi”. Queste le sue dichiarazioni.

<span;>La tua esperienza alla Roma?
<span;>“Io sono nato a Benevento, ma praticamente ho vissuto di più a Roma, mi sono trasferito nella Capitale molto giovane, ho vissuto 8 anni a Trigoria. Diventando, poi, professionista, ho vissuto la città. Nel 2004/2005 ho giocato più partite, ma fu una stagione complicata, la stagione travagliata dei quattro allenatori. Ho disputato molte gare, ma è stata indubbiamente la più difficile, vivevamo male tutta la settimana, non riuscivamo a trovare un’identità ed eravamo giustamente contestati, non c’era un bel clima. Anche nelle stagioni precedenti, quando facevo molta panchina, qualche partita in Coppa Italia l’ho fatta, poi ho vissuto situazioni che mi hanno fatto crescere, anche solo essere convocato per me è stato molto importante. Era piacevole e un’emozione giocare con i campioni che aveva la Roma, poi Capello è stato il mister che mi ha lanciato. Ho fatto anche la Nazionale Under 21, ho bellissimi ricordi del periodo alla Roma. È vero che capitano stagioni complicate nell’arco di una carriera, però vi assicuro che stare a Roma è bello, peccato perché abbiamo rischiato la retrocessione. Per un calciatore è importante allenarsi con continuità, però ricordo che il clima era molto pesante, poteva incidere su calciatori meno esperti come me, magari anche questi ti aiuta a crescere”.

<span;>Quale allenatore ti ha dato di più?
<span;>“Da ex portiere, avevo come riferimento l’allenatore e il preparatore dei portieri. Sicuramente direi mister Capello, era già più che affermato in quel momento. A me personalmente aveva colpito il modo di gestire, l’organizzazione, la preparazione che c’era dietro nelle partite. Nei miei confronti è stato molto duro, ma con la consapevolezza che lo faceva per farmi crescere. Per me è stato fondamentale perché ha determinato il passaggio dai piccoli ai grandi. Tra i preparatori non posso non citare Tancredi, mi ha dato un bagaglio importante”.

<span;>Tancredi è un preparatore molto metodico giusto?
<span;>“Esatto e deve essere così. Io sono 3 anni che faccio il preparatore dei portiere e devi sempre evolverti perché il calcio va avanti. Il ruolo è quello, però il gioco è più veloce, si gioca spesso con i piedi e bisogna far crescere i ragazzi. Io faccio un grande lavoro anche fuori dal campo, studiando gli allenamenti, vedendo dove sbagliavo, preparo delle clip sulle caratteristiche delle squadre che andiamo ad affrontare. Questo è un ruolo bello e delicato, se vuoi fare il professionista devi fare così, devi stare attento ai particolari ed effettuare un grande lavoro a livello mentale, ci tengo molto ad avere un rapporto di stima con loro. Ci sono passato prima di loro e comunico molto, per me è fondamentale che stiano bene mentalmente, con un rapporto così e in funzione di ciò che chiede il mister dal portiere, viene tutto più semplice e si cresce. Tancredi l’ho avuto a 15-16 anni e poi l’ho ritrovato più avanti in Prima Squadra e, non a caso, quell’anno lì facevo bene quando venivo chiamato in causa”.

<span;>I portieri della Roma?
<span;>“Io ho massimo rispetto per Mirante, è un portiere affidabile. Quando vedo portieri quasi coetanei che giocano a questi livelli, tanto di cappello per loro. Su Pau Lopez, dico che è un portiere che ha qualità importanti, ma sicuramente non ha espresso le sue potenzialità. Questo è legato a un discorso mentale e psicologico, probabilmente si porta dietro il fatto di essere stato pagato molto, di aver perso fiducia anche perché non è stato utilizzato a inizio stagione, ha commesso qualche errore importante che la piazza difficilmente ti perdona. Viene visto come una delusione che un portiere da Roma, però posso aggiungere che sia stato gestito bene, lo vedo più sereno tra i pali e sta dando continuità alle sue prestazioni, in linea con le prestazioni della squadra. Sta giocando con tanti occhi addosso e tanta pressione e starà a lui, se avrà la possibilità ancora di giocare, di dimostrare quel che vale e riconquistare la fiducia di tutti. La società, poi, farà le sue valutazioni”.

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