Anche il mister rossonero, Christian Brocchi, ha parlato nella consueta conferenza stampa di presentazione del match, Milan Roma, in programma domani sera allo stadio San Siro, ore 20.45. Visto l’avversario – A.S. Roma – immancabile, anche per lui, la domanda sul capitano giallorosso Francesco Totti.
Sulla partita.
“Chi giocherà domani dovrà dimostrarmi quanto ci tiene dimostrandomelo con l’atteggiamento e farò le mie valutazioni in vista della finale. In queste poche partite che ho avuto a disposizione ho fatto giocare tutti i giocatori della rosa. Infortunati a parte, hanno giocatori tutti dall’inizio ad eccezione di Locatelli e Simic. Ho voluto conoscere tutti. Nella partita di domani mi aspetto da parte di alcuni giocatori la voglia di mettermi in difficoltà in vista della finale”.
Se crede al sesto posto.
“Io nella mia storia ho sempre voluto vincere, ho sempre avuto questo carattere e questa personalità. Quindi la mia testa è sulla vittoria sempre. Poi è normale che gli episodi e le situazioni ti possano portare a non poterlo fare”.
Su quanto gli dispiace non aver portato il sesto posto matematico all’ultima giornata.
“Mi dispiace. Però anche qui, oltre a qualcosa di nostro, ci sono state tante cose sfortunate come il Sassuolo che ha fatto 9 punti nelle ultime 3 partite. Sono state un colpo non indifferente al nostro cammino. Abbiamo fatto 8 punti in 5 partite, non sono tantissimi, ne bastavano 2 in più”.
Su Bologna.
“Secondo me il primo tempo non è stato giocato male, ma l’espulsione del loro giocatore ha paradossalmente cambiato la partita perché il Bologna non si sarebbe chiuso così. Nei primi minuti abbiamo fatto delle belle giocate perché c’erano più spazi. Alcuni movimenti non sono ancora interiorizzati nella testa dei giocatori. Come squadra sotto certi punti di vista ci sono stati miglioramenti. Logicamente se non arrivano i risultati, non viene dato merito a questo. Però io che sono un allenatore e vedo gli sforzi di un ragazzo che prova a fare una giocata che voglio, vuol dire che qualcosa, anche in piccola parte, stiamo incidendo”.
Sulla Roma.
“Nell’ultimo periodo sta giocando il calcio migliore. Spalletti le prime tre partite ha avuto qualche difficoltà vincendo con un pizzico di fortuna. Questo ha creato della positività nelll’ambiente e un allenatore tra i più bravi nel nostro panorama è riuscito a svolgere un grandissimo lavoro”.
Su Totti, se si augura la standing ovation per lui.
“Me lo auguro, ha fatto la storia del calcio italiano. Io sono stato un suo avversario, apprezzabile il lavoro di Spalletti. Ha avuto delle risposte dal gruppo e dallo stesso Totti. Ha fatto centro”.
Su Sacchi che avrebbe consigliato Sarri e ammira Giampaolo.
“È vero che vivo il presente e tutte le notizie arrivano. Poi bisogna vedere quante fondamenta abbiano. Io da ragazzino ho visto tutto il percorso di Sacchi e l’ho stimato. Mi piacerebbe che arrivasse a stimare me, sarebbe un grande onore. Non ha avuto ancora la possibilità di conoscermi, quindi normale che sponsorizzi chi conosce. Io questa settimana son stato molto contento ho avuto qui il Master degli allenatori a cui io sto partecipando e sono stato contento di poter far vedere a loro il mio metodo di allenamento e il mio pensiero e aver risposto a tutte le domande che mi hanno fatto. Io non sono stato messo qua per dare praticità. A me è stato dato il mandato di trasmettere ai giocatori determinati concetti e determinate idee. Normale che non si sia visto, ma io devo vedere i piccoli miglioramenti. Al Milan bisogna seguire la storia, io riconosco l’odore dell’erba di Milanello. Il presidente ce l’ha bene in testa un progetto e io ho iniziato a fare questo lavoro. Se avrò la fortuna di poterlo fare a inizio stagione, dopo questo periodo di prova, sono sicuro di mettere qualcosa di buono”.
Su Balotelli e Niang.
“Io non ho deciso niente in vista della finale. Ho diversi giocatori a disposizione. Ho idee chiarissime su quali sono i giocatori che mi possano dare garanzie. Se metterò Balotelli o Luiz Adriano significa che sono convinto che potranno darmi qualcosa. Anzi, su Luiz Adriano sono sicuro: ha dimostrato di avere grande spirito e grande voglia, sono sicuro che quando lo chiami in causa si fa trovare pronto”.
Se vedrebbe un tradimento un eventuale cambio in panchina.
“Assolutamente no. Il presidente Berlusconi non mi ha scelto perché sono stato simpatico, non mi ha scelto perché sono stato una delle figure più importanti della storia del Milan, ma mi ha scelto per il mio metodo di lavoro. Nel momento in cui una società vuol programmare un futuro deve avere le idee chiare. Berlusconi in questo momenti ha le idee chiare su di me e questa metodologia. Se dovesse cambiare idea gli sarò grato, perché quello che mi ha dato da quando avevo 9 anni all’ultimo giorno è qualcosa di importante. Questo non mi deve far passare da lecchino. Nella vita esistono dei valori e io lo ringrazio per tutto quello che mi ha dato”.
Su Balotelli.
“L’atteggiamento è sempre stato positivo, purtroppo non è riuscito a fare gol. Siamo sempre lì, se gioca bene e non segna non viene messo in risalto la sua partita. Mario ha bisogno di fare gol”.
Sull’Inter che potrebbe mettere dei Primavera.
“Non mi aspetto niente da nessuno, nella mia vita è sempre stato così”.
Su come giudica il suo operato.
“Si può sempre fare di più, ma io penso che sia io che il mio staff abbiamo fatto il massimo di quello che potevamo fare in questo periodo. Certe volte anche la fortuna può aiutare. Si è fortificato in noi il pensiero che il metodo e il lavoro che facciamo siano qualcosa che ti può portare a qualcosa se fatte nella maniera giusta”.
Su quanti non sono ancora al 100% di come vorrebbe lui.
“Io mi aspetto da 4-5 giocatori qualcosa di più: un atteggiamento propositivo e la voglia di trasmettere personalità e voglia di vincere a tutto il gruppo. Loro sanno a chi mi riferisco, perché gliene parlo. Questo non significa non avere stima, anzi, perché se gli chiedo delle cose significa che credo me le possano dare”.
Sulla formazione di domani in vista della finale.
“Per due o tre interpreti magari potrei non schierare 2 o 3 interpreti di cui sono già sicuro in vista della finale, perché vorrei arrivare con una formazione su cui scegliere e non arrivare con una formazione obbligata”.
Se gli piacerebbe allenare Ibra il prossimo anno.
“Come posso pensare a quello adesso visto che ho due partite così decisive. La cosa bella sarebbe finire bene questa stagione e poi mettersi a tavolino e ragionare sul futuro”.
In cosa mancano i giocatori indietro.
“Ci sono giocatori che fanno più fatica a capire determinati concetti, c’è qualcuno che magari vive un momento di difficoltà perché magari pensava di riuscire a fare molto di più, c’è chi in difficoltà perché magari ha giocato poco. Io sto cercando di lavorare per portare il maggior numero possibile di giocatori al 100%. Dal punto di vista dell’impegno c’è da parte di tutti. Le difficoltà possono essere mentali o fisiche. Ognuno ha la propria storia”.
Sulla presenza di Montolivo contro la Roma.
“Riccardo ha vissuto meno rispetto a Luca (Antonelli) la nascita della figlia, era una situazione diversa. Ieri non si è allenato perché ha avuto una notte un po’ difficile. Oggi lo rivedrò e prenderò una decisione in merito. Allo stesso tempo non sarei spaventato se dovessi far giocare Locatelli, come non ero spaventato contro il Bologna nel far giocare Calabria, che ha disputato un’ottima partita”.
Se questa rosa ha più carenze caratteriali o tecniche.
“Dipende, c’è bisogno di tutto non ci sono giocatori uguali. Non si può generalizzare. L’unica cosa che io vorrei è poter avere un Milan che abbia dei valori veri. Molti giocatori ce li hanno e in questo momento qua io sto valutando un po’ tutto. Chi sono quei giocatori che venderebbero cara la pelle per la maglia del Milan. Nel mio Milan era così, se si vuol ripartire secondo me bisogna partire da quello. Io voglio dei giocatori che credano nel progetto tecnico e che sposino appieno i valori e la storia del Milan”.
Su Honda:
“Keisuke è sempre pronto. È un professionista esemplare, è uno di quei giocatori su cui so già che posso contare a partita in corso o dall’inizio”.
Su Boateng importante a gara in corso.
“Il problema di Prince è forse tra i tutti giocatori sui quali sono in difficoltà: se guardo l’atteggiamento e la voglia che mette dovrebbe giocare sempre. Però io come detto devo associarlo in relazione agli altri. Lui merita qualcosa in più, però a volte il ruolo dell’allenatore è complicato anche per queste cose. Negli ultimi 10 minuti ho visto la risposta a tutti quelli che dicono che è finito. Questo non vuol dire che riuscirò a farlo giocare, ma come voglia ne ha tanta”.