Sul sito della Roma, hanno parlato Pallotta, Gandini e Baldissoni della questione barriere in Curva Sud. Queste le loro dichiarazioni ad asroma.com.
Pallotta: “C’è grande frustrazione da parte mia, perché i tifosi si sono comportati bene e sono il primo a essere contrariato per l’installazione delle barriere. Si sarebbe dovuto parlare e discutere della questione, piuttosto che riceverla come un’imposizione. Ci stiamo lavorando. Mauro ha preso parte a dei colloqui recentemente e le cose sembrano migliorare. Le barriere non devono esserci ma se riusciremo a farle rimuovere, i tifosi dovranno fare la loro parte e assumersi le proprie responsabilità”.
Baldissoni: “Vale la pena ricordare che ogni nostra azione è rivolta ai tifosi. La Serie A organizza le partite con uno scopo: offrire un intrattenimento sportivo a chi viene a vedere il match. I tifosi costituiscono una parte essenziale del gioco. Fa parte dell’esperienza, che altrimenti non funzionerebbe. Senza il cuore dei tifosi, si perde l’essenza di tutto ciò che ci impegniamo a organizzare. Il gioco non è costituito solo dai giocatori in campo, ma anche dai tifosi. Sono l’altra faccia della stessa medaglia, parte dello stesso meccanismo. È come se si organizzasse un concerto e lo si guardasse in TV: la musica sarebbe la stessa, magari il sound sarà pure gradevole, ma mancherebbe la folla, per cui non avrebbe senso organizzare l’evento. È proprio questo il punto. Soprattutto nel caso della Roma, i tifosi della Curva Sud appartengono ancora di più alla sua storia del Club. La Roma è nota in tutto il mondo per la passione dei suoi tifosi, più che per i trofei vinti nel corso della storia. Senza dubbio, la Curva Sud era l’emblema del tifoso di calcio. In Italia, dire “Curva Sud” è come indicare una folla chiassosa, intensa e appassionata, anche in contesti diversi da quello calcistico. Significa passione, rumore: è l’emblema di ciò che si cerca in un evento di intrattenimento. Se manca quella parte, manca l’essenza stessa del nostro lavoro. Senza di loro, si perde uno degli obiettivi delle nostre azioni”.
Gandini: “Fa molto male alla Roma, specialmente sul campo, ma anche a tutto il Club. È un’assenza dolorosa. Io sono arrivato dall’esterno, ma ero a conoscenza dei problemi di ordine pubblico e del confronto tra Curva Sud e autorità cittadine. Ovviamente, nei miei primi tre mesi e mezzo in carica ho avuto l’opportunità di approfondire la situazione, ho avuto modo di parlare con le forze dell’ordine e col club per avere un quadro ancora più chiaro dello scenario. Come ho già detto, è una situazione molto brutta ma da una parte bisogna rispettare l’orgoglio di queste persone che non vogliono vedersi cambiare il proprio territorio senza una motivazione seria. Ne stanno pagando il prezzo, anche perché non credo che siano contenti a restar fuori dallo stadio. Soffrono molto a non entrare ma è una questione d’orgoglio”.
Chissà se nel 2017, la Roma tornerà ad avere uno stadio pieno dei suoi tifosi, anima della Roma.