Andrea Rivera, romano de Roma, attore ma anche musicista e animatore oltre che tifoso giallorosso, è intervenuto ai microfoni di Bar Forza Lupi, trasmissione di punta del sabato di Centro Suono Sport.
In teatro con lo spettacolo “Ho risorto“: “Titolo ambiguo, spero in una resurrezione etica e morale di questo paese, ne abbiamo tanto bisogno. Vorrei sempre fare di più, togliere un monologo, mettere una canzone, il mio è un tetaro/canzone “gaberiano”, con tutto il rispetto. La mia formazione viene da tutte le esperienze e la cultura recepite e va da Rino Gaetano a Herbert Pagani. A tutti quelli che vogliono iniziare l’attività teatrale consiglio la strada, il contatto diretto con il pubblico. Se vali, la gente si ferma”.
Che calciatore saresti? “Sono il Tommasi di Montesacro, mi reputo un centrocampista. Una volta, mentre facevo i citofoni per la Dandini, un gruppo di ragazzini laziali mi ha insultato apostrofandomi come <<A Tommasi de m…>>. I citofoni sono stata una bella idea come ce ne sono poche in questo momento“.
Romanista doc: “Macché, io mi definisco “romanista dog” visto che anche sul palco con me c’è sempre la mia fedele compagna. Se continuo a raccogliere tutti i cani di Roma finisce che apro un canile”
Un commento sul dato della classifica sulla media spettatori, in cui la Roma è seconda soltanto al Milan: “Non è possibile, il Milan allo stadio ci mette le comparse (ride, ndr). Il merito è der core de Roma che batte sempre anche quando squadra va male. Lo stadio non è mai stato vuoto anche se contestava, ma è sempre stato lì, fedele”.
Il migliore e il peggiore del 2014: “Il peggiore non mi sento di dirlo. Tutti criticano Destro ma poi sta lì e spesso non arrivano palle buone. La palma del migliore la assegnerei a tutti, compreso lo staff, con un pensiero particolare a Castan”.
Provarono a farti diventare laziale da ragazzino? “Un mio zio di secondo grado ci ha provato portandomi a Lazio-Pistoiese ma io gridavo forza Pistoiese e lui mi dava le botte col Corriere dello Sport”.