Sembrava troppo bello per essere vero. Una Roma cinica, bruttina ma concreta, solida in difesa e minimalista in attacco, un mix che ci aveva permesso di sbarazzarci di Lazio e Milan con dedizione e unità di intenti.
Allora il profano si convince di potersi andare a giocare la partita allo Juventus Stadium, fino alle 19.30 di ieri. A quell’ora anche il profano aveva capito che qualcosa non tornava.
La lettura della formazione della Roma è stata sconcertante perché il profano si aspettava la stessa semplicità che ti aveva permesso di portare a casa sei punti che alla fine del campionato risulteranno decisivi, per cosa non si sa, ma lo saranno.
Arriva la mossa a sorpresa, quella che nessuno si aspettava, né il profano né probabilmente gli altri 10. Gerson al posto di Peres/Salah/El Shaarawy e perché no addirittura Iturbe.
Una mossa che se azzeccata avrebbe regalato al tecnico oro, incenso e mirra, ma che se sbagliata avrebbe fatto pagare il conto come al solito a quel povero profano che la mirra non sa nemmeno cosa sia, e non vuole nemmeno saperlo.
Quando i primi evidenti segnali dell’inadeguatezza della posizione dell’INCOLPEVOLE Gerson arrivano anche sui piedi dei compagni, il profano si rende conto che nessuno lo serve più, che chi avrebbe dovuto avere un alleato nel giovane brasiliano preferiva fare la giocata meno utile per non servire chi lì non doveva proprio esserci.
Ora correrà subito ai ripari, pensa il profano. Ma cosa ho fatto? Avrebbe dovuto pensare il tecnico. Regalare un tempo alla Juve e chiuderlo sotto di 1-0 fa pensare che senza colpi di genio e senza sensazionalismi forse…
Ma non c’è la controprova, i giocatori Lui li vede tutta la settimana, Lui ha sempre ragione. Sempre. Ha ragione quando dice che non c’è ambiente migliore dove lavorare, quando se la prende con l’ambiente, quando questo gruppo è il migliore mai allenato, quando dice che al gruppo mancano cattiveria e mentalità, quando dice che Paredes è più forte di Pjanic, quando dice che se il bosniaco fosse ancora qui avrebbe le chiavi del centrocampo. Sempre.
E la società? Siamo ormai prossimi a gennaio e i “fragili” protagonisti alla ricerca di fama e rinnovi non sanno ancora se Lui sarà sulla panchina il prossimo anno. Normale? Per il profano no, ma ad alcuni è consentito ciò che ad altri è costato prime pagine ilari sui quotidiani, interrogazioni parlamentari, contestazioni e siluri.
Ora siamo qui per l’ennesima volta a guardare il nostro film preferito, conoscendo già il finale, ma ci piace troppo e ogni volta lo riguardiamo come se dovesse finire in modo diverso, ma non c’è niente da fare, De Niro risponderà sempre “sono andato a letto presto”.
Intanto Juve-Roma 1-0, e il profano come sempre paga il conto
Domenico Rimedio
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