Il portiere della Roma Alisson Becker ha rilasciato la seguente intervista ad asroma.com:
Contro il Viktoria Plzen è stata una partita complicata
“Sì, è stata una partita difficile, abbiamo incontrato delle difficoltà, è sempre complicato giocare fuori casa. È una squadra molto forte sul piano fisico, giocava molte palle lunghe, non a caso hanno segnato sugli sviluppi di un cross, ma abbiamo avuto anche buoni momenti durante la gara. Abbiamo avuto occasioni per ottenere la vittoria, purtroppo il risultato non è stato quello che volevamo ma è un primo punto nel nostro cammino in Europa League”.
Cosa è mancato per vincere?
“Sono mancati i gol, forse potevamo creare di più, ma prima di un’analisi accurata mi piace analizzare a fondo la gara. Abbiamo avuto alti e bassi durante la partita e credo che quando la squadra avrà regolarità di rendimento nel corso della gara saremo più vicini al nostro obiettivo che è vincere sempre”.
Nelle sei partite giocate fin qui, la Roma si è fatta rimontare in quattro occasioni. Perché succede questo?
“È difficile, giochiamo contro avversari di buon livello, non dipende soltanto da noi, sebbene abbiamo commesso degli errori che dobbiamo correggere sia a livello individuale che di squadra. Dobbiamo crescere come squadra, l’errore non è del singolo ma di tutti. Dobbiamo lavorare di più la palla, riconoscere i momenti in cui alzare il ritmo e quelli in cui gestire il risultato, ma anche imparare a soffrire in qualche circostanza e essere più solidi in difesa quando l’avversario ci mette sotto pressione”.
Ieri è stata la seconda partita di un ciclo di 7 gare in 22 giorni. Quanto può essere decisivo per il resto della stagione?
“È molto importante, ci sono sia partite di Europa League, dove vogliamo andare avanti e raggiungere la fase successiva, sia di campionato, dove vogliamo restare in alto senza perdere terreno dalla vetta, sempre alla ricerca della vittoria e, come ho detto, cercando di crescere come squadra, come del resto stiamo facendo. Abbiamo giocato un ottimo secondo tempo nell’ultima partita di campionato e anche questi sono aspetti che vanno rimarcati, gare da cui prendere esempio senza trascurare di correggere gli errori il prima possibile”.
Che stagione è stata per te fin qui?
“Sono felice di essere qui alla Roma, sto crescendo molto come calciatore e professionista, è stato molto positivo per me e per la mia famiglia. Sto imparando cose nuove, utili anche per la nazionale, penso soprattutto al gioco con i piedi. Non ho giocato molte partite, ma ho sempre fatto del mio meglio, qualche volta i risultati non sono stati quelli sperati, ma ho sempre dato e sempre darò il mio meglio per la Roma”.
Come ti stai ambientando nello spogliatoio?
“Mi trovo bene con tutti, sono tutti ragazzi tranquilli, mi hanno accolto molto bene, all’inizio ho avuto qualche difficoltà con la lingua, ma sto imparando in fretta anche se preferisco non fare questa intervista in italiano per non commettere gaffe. Sto imparando la lingua e questo mi ha aiutato molto a avvicinarmi ai miei compagni”.
E con i tuoi compagni di reparto, in particolare con Szczesny, che rapporto hai?
“È un rapporto sereno. Sczesny oltre a essere un grande portiere è una grande persona, così come lo sono Lobont e i ragazzi della Primavera, Crisanto e Romagnoli, mi trovo bene con tutti. Di solito i portieri vanno d’accordo tra loro, è difficile che ci siano tensioni, si lotta per lo stesso posto ma tutti sanno che giocherà il migliore e tutti sono sereni e fanno il massimo. E questo è positivo per la Roma, per la crescita del club, per i tifosi e per la squadra”.
Che impressione hai avuto sul club, te lo aspettavi così?
“Non sapevo esattamente cosa aspettarmi, è un’esperienza nuova. Mi aspettavo un club grande con una struttura importante ed è quello che ho trovato qui. Tutti i professionisti che ci lavorano, tutto lo staff è molto qualificato, ci sono molte persone che collaborano per aiutarci a esprimerci al meglio in campo. Anche la qualità tecnica dei giocatori è alta come mi aspettavo, sono molto felice della mia decisione: Roma è diventata la mia casa”.
E nella città come ti trovi?
“Non vivo ancora in appartamento, sono in hotel, ma sto conoscendo piano piano la città, con mia moglie usciamo qualche volta a cena fuori, il cibo è eccellente e il clima è molto simile a quello della mia città, Porto Alegre. Non ho avuto alcun problema di ambientamento. Per non parlare della storia di Roma e dei suoi monumenti, siamo molto felici di vivere qui”.
Qual è la tua impressione finora del calcio europeo?
“È un calcio un po’ diverso da quello brasiliano, è un calcio più tattico, soprattutto quello italiano, è studiato, ci sono poche occasioni da gol ed è difficile che l’avversario ti conceda qualcosa. Quando invece sei tu a concedere un chance, la maggior parte delle volte è fatale. La qualità tecnica è molto alta, è un po’ diverso da quello brasiliano, ma mi sono già abituato e adattato. Era quello che mi aspettavo dai racconti dai compagni della nazionale che giocano per la gran parte nel calcio europeo”.
Con il Brasile sei stato titolare nelle due vittorie nella qualificazione ai Mondiali 2018.
“Abbiamo vissuto un momento difficile con la nazionale brasiliana, stiamo attraversando un periodo di transizione, un cambio generazionale, quella attuale è una generazione molto buona che gradualmente sta facendo esperienza. Stanno emergendo fuoriclasse, giocatori che fanno la differenza, come Neymar, Countinho, Gabriel Jesus, lo stesso Marquinhos che è giovane e ha giocato le ultime due partite in difesa con me, Cacemiro del Real Madrid. Sono convinto che stiamo trovando la strada giusta verso il Mondiale del 2018, che è il nostro obiettivo principale”.
Domenica riparte il campionato, con la Roma a Firenze e la Juventus in casa dell’Inter.
“Sì, è una giornata molto importante, ma noi dobbiamo restare concentrati esclusivamente sulla Fiorentina. Conta soltanto vincere questa partita per restare in alto, che è dove deve essere sempre la Roma”.