Agostini: “Zaniolo è un genio ribelle, in certe squadre si deve guardare l’insieme e non il singolo”

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Massimo Agostini, doppio ex di Roma e Spezia oggi responsabile tecnico del Cesena, è stato intervistato da Bar Forza Lupi, trasmissione in onda su Centro Suono Sport. Ecco uno stralcio delle sue parole:

Le tue impressioni sulla Roma?
“Ho visto un rientro alla grande di Dybala, se la Roma riuscisse a gestirlo al meglio farebbe un grande acquisto. Dopo la vittoria del Mondiale, lo vedo molto motivato. Mourinho lo sta gestendo bene, non so se le altre siano state gestite bene. Vivere Roma a livello calcistico non è facilissimo, se fai il giocatore e lo fai al 100% devi evitare alcuni comportamenti, se ti lasci andare a Roma si viene a sapere tutto, anche se esce un’oretta per bere qualcosa o per andare in discoteca. Roma è sempre stata così, non è che sia cambiata dagli anni ‘80 a ora, bisogna stare attenti e fare i professionisti. Chi ha la fortuna di avere la famiglia dietro può far bene, chi è scapolo potrebbe avere delle conseguenze”.

Gli obiettivi della Roma?
“La Roma si sta giocando un posto in Europa, sta facendo bene, penso che se riesca a gestire bene la settimana, il mister può fare un grandissimo campionato. La vittoria in Conference League è stata importante, è una piccola coppa ma quando si alza un trofeo vuol dire molto. Sono contento che la Roma stia lottando per un posto che conta”.

Che idea ti sei fatto su Zaniolo?
“Penso che il contratto centri poco, è un giocatore molto estroverso che ha delle qualità incredibili ma secondo me non riesce a mostrarle e sfruttarle al meglio come vuole il mister. Ha avuto due infortuni importanti che lo condizionano ancora, credo che non abbia pienamente recuperato. È un genio ribelle, lo prendi come è e provi a farlo rendere al meglio. È un talento incredibile, basta guardare Mancini che lo ha convocato senza aver mai giocato in Serie A. In certe squadre, però, si deve guardare l’insieme e non il singolo”.

Abraham?
“Ha fatto 27 gol il primo anno, è un buon bottino. Bisogna dargli fiducia e continuità perché gli attaccanti purtroppo sono quei giocatori che vivono di gol, vivono di chiusura dell’azione e della concretizzazione del tiro. Se delle volte queste cose non gli vanno bene, potrebbero demoralizzarsi e non giocano bene. Abraham lo vedo bene in questa squadra, è un punto di riferimento anche per Dybala e anche per Belotti”.

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