Molto semplice inquadrare la partita giusta da raccontare nell’amarcord di questa settimana. Ci sono dei Roma-Inter memorabili, terminati in goleada, partite dominate dai giallorossi, ma spesso le vittorie più sofferte sono anche quelle che ricordiamo meglio, perchè le sensazioni che ti lasciano alla fine della partita sono difficili poi da dimenticare e la partita del 4 marzo del 2001è una di quelle dalle emozioni incancellabili, culminate poi con un trionfo tricolore.
La Roma capolista ospitava i nerazzurri guidati da Tardelli in un Olimpico trasformato in una vera e propria polveriera, spenta dopo 8 minuti dall’ex laziale Chrsitian Vieri che con un gran sinistro infilava la palla tra mani e gambe di Antonioli e gli unici centimetri che le dividevano dal palo.
La Roma era orfana di Batistuta, il re leone che aveva portato nella capitale quella giusta mentalità, quel quid necessario a fare il salto di qualità necessario per festeggiare finalmente qualcosa di importante. Ma quel 4 marzo non c’era e allora ci voleva un altro protagonista per rimettere a posto le cose, anzi due!
Due minuti dopo il vantaggio dell’Inter da una punizione partita dalla trequarti arrivava il gol del pareggio; Marcos Assunçao, proprio lui, il famoso “Assunçao ma come fao?” lasciava partire un pallone a metà tra il tiro in porta e il cross (molto simile alle beffa subita da Berezutski contro il CSKA di Mosca), e una finta (involontaria) di Montella metteva fuori causa Sebastian Frey, 1-1.
Al 28′ ancora un calcio di punizione: sulla palla sempre Assunçao, ancora una traiettoria velenosa e questa volta la traversa dice no, ma sulla respinta si fiondava come una freccia proprio il vice-re leone Vincenzo Montella, che di testa portava in vantaggio la squadra di mister Capello e capitan Totti, 2-1.
Quando il sig. Collina stava quasi per portare il fischietto alla bocca per chiudere le ostilità relative alla prima frazione di gioco ancora Vieri rimetteva in parità il risultato con un gran diagonale di sinistro al termine di una grande progressione in contropiede, 2-2 all’intervallo.
Un secondo tempo tesissimo stava accompagnando le due squadre negli spogliatoi sul risultato di pareggio ma l’Olimpico doveva ancora esplodere, era scritto così quel 4 marzo.
A 4 minuti dalla fine Vincent Candela lasciava partire da calcio d’angolo un cross raccolto di testa da Walter Samuel sul secondo palo, il pallone lentamente arrivava dall’altra parte della porta difesa da Frey e sulla sfera si avventavano sia Delvecchio che Montella, con quest’ultimo lesto, sempre di testa, a depositare in rete il pallone del definitivo 3-2.
Il frastuono che ha seguito quella rete rese la realtà simile ad un film in bianco e nero visto al rallentatore e quella sera tutti noi capimmo che quel 4 marzo era un altro tassello che ci avrebbe portato “a quel dono d’amore che aspettavamo fin dal primo mese”.
da www.canaleroma.it