Alla trasmissione “Bar Forza Lupi”, su Centro Suono Sport, è intervenuto Gabriele Graziani, allenatore del Mantova Primavera.
Il Mantova sarà la sorpresa della Serie B?
“Non so se riusciremo quest’anno, ma in futuro vedremo il Mantova in Serie A. C’è una società seria e un allenatore bravissimo, Possanzini. Segnatevi il nome, perché sta lavorando bene nelle serie minori e presto spiccherà il volo”.
Da romanista, cosa pensi di De Rossi su cui la Roma ha puntato forte, nonostante una breve e infelice esperienza in Serie B?
“Penso che De Rossi già da calciatore fosse una sorta di allenatore in campo. La scorsa stagione ha fatto bene, subentrando in corsa a Mourinho. Non era facile, vista la pesante eredità. Quest’anno, invece, è partito male, ma ha tempo e personalità per recuperare il tempo perduto”.
Come giudichi la gestione di Dybala. C’è chi dice che possa diventare un problema per il tecnico.
“Dybala non può essere mai un problema. Il problema sono i giocatori scarsi. De Rossi saprà come gestirlo. E Paulo, che è un ragazzo intelligente, oltre che un fuoriclasse, lo aiuterà”.
Un problema, in queste prime tre partite di campionato, pare essere l’attacco, con un solo gol all’attivo.
“Dovbik ha bisogno di tempo. Dargli tutto il peso dell’attacco è stato un errore. Perso Lukaku, che è un attaccante che sposta gli equilibri, avrei tenuto almeno Abraham, che era in ripresa dopo l’infortunio”.
De Rossi, alla sua prima conferenza da allenatore della Roma, disse che era necessario evitare il ripetersi di casi come quello di Frattesi e Calafiori. Eppure la Roma continua a vendere i suoi migliori prodotti, ultimi Bove e Joao Costa, quest’ultimo suo pupillo.
“La Roma ha bravissimi dirigenti e allenatori, che ogni anno sfornano giocatori interessanti, da cui la società ricava risorse per aggiustare il bilancio. Non è possibile tenerli tutti, anche
se io vorrei tanti giocatori romani in Prima Squadra, un po’ come fa l’Athletic Club di Bilbao, prossimo avversario in Europa League, schierando giocatori baschi. Piuttosto, se fossi stato il procuratore di Joao Costa, non avrei mandato il ragazzo a giocare nel campionato arabo, precludendogli, per soldi, di giocare in leghe più competitive”.