Valigi: “Oggi, all’Olimpico, si respira l’atmosfera di quarant’anni fa”

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CLAUDIO VALIGI, ex calciatore della Roma, Campione d’Italia 1983, è intervenuto alla trasmissione “Bar Forza Lupi”, su Centro Suono Sport 101.5 fm.

Ci racconti le emozioni vissute all’Olimpico per i quarant’anni del secondo scudetto?

“In quegli anni avevamo 80 mila persone e già c’era grande partecipazione allo stadio, ieri ho ripercorso quelle stupende emozioni che rimangono eterne. Per fortuna abbiamo potuto vivere quella bellissima annata”.

L’incontro con i tuoi ex compagni?

“E’ bellissimo quando ci si ritrova. Io vivo distante da Roma, quindi non ho possibilità di rivedere i vecchi compagni di squadra: grazie a Sebino Nela che si è speso per organizzare questo evento.

Anche il messaggio di Francesca Viola è stato molto significativo, un evento ben organizzato che ha fatto molto piacere a noi e credo anche a tutti i tifosi della Roma.

Racconto un aneddoto divertente: prima di entrare dal sottopasso, ci siamo resi conto degli anni che sono passati, ormai quasi 40; cosi, ci siamo fatti la foto con la maglia celebrativa sia davanti che di spalle per identificarci, visti gli anni passati dallo scudetto dell’83”.

Avete assistito anche a Roma – Inter in uno stadio tutto esaurito, 30esimo sold out consecutivo. L’atmosfera di ieri era molto simile a quella degli anni 80?

“Direi proprio di si, da quando è arrivata questa presidenza si è lavorato molto nella direzione di portare il pubblico allo stadio, anche l’arrivo di Mourinho ha fatto la differenza.

Durante l’inno pre gara ho rivissuto esattamente quello che noi vivevamo ogni domenica, emozioni che rimangono eterne. L’amore per questa squadra e la potenza che ha questa città è un qualcosa di eterno”.

Che Roma hai visto ieri in campo?

“Una squadra che ha il fiato corto, tante assenze e molte gare concentrate in poco tempo. Il non avere a disposizione, in questo momento, i calciatori più importanti e rappresentativi toglie energie importanti alla squadra”.

Sembra che in questo momento ci sia uno scollamento tra Mourinho e la dirigenza: tu cosa pensi al riguardo?

“So quali sono le dinamiche interne ad una squadra, ma in questo momento faccio fatica a rispondere, in quanto non conosco bene cosa stia accadendo; sicuramente, Mourinho sa bene cosa sta facendo. Probabilmente, l’atteggiamento di attacco verso gli altri fa trasparire un po’ di nervosismo dentro la società”.

Tu hai avuto Liedholm, ora qui c’è Mourinho, due allenatori di grande personalità ma di diverso approccio con i Media. Tu vedi delle analogie carismatiche tra i due e quale è il modo migliore per rapportarsi con i media?

“Il modo migliore è quello che funziona. Di certo,  sono entrambi molto carismatici, molto ambiziosi, ma Liedholm era totalmente diverso nel rapporto con i media, anche se erano altri tempi: il Barone difficilmente entrava in contrapposizione; anzi, con molto garbo raggirava la domanda. Anche a livello di stile di gioco sono diversi, io ero il più giovane di quella squadra e mi sono divertito tantissimo a giocare a Roma: facevamo un calcio moderno, di possesso, con un nostro modo di gestire le partite. Per noi giocatori questo era il massimo. Avevamo una squadra molto tecnica e giocatori funzionali a questo gioco propositivo”.

Il Barone, però, non aveva bisogno di parlare degli arbitri, in quanto aveva un presidente forte e battagliero come Viola; e poi quella squadra aveva giocatori di livello mondiale come Falcao, Conti, Di Bartolomei, Ancelotti, Pruzzo, Nela, Maldera, Prohaska…

“Secondo me, ogni periodo storico è da contestualizzare per come è il calcio in quel periodo. Io sono arrivato alla Roma nel periodo più florido. Questa società, ora, sta costruendo ; la mia Roma, invece, era già all’apice. Ci vuole del tempo per costruire un percorso vincente. Il processo attuale va valutato tra un po’ di tempo”.

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