Gianluca Curci, ex portiere di Roma e Bologna, è stato intervistato da Centro Suono Sport 101.5 fm, all’interno della trasmissione “Bar Forza Lupi”.
Queste le sue dichiarazioni.
Hai 35 anni, da poco hai smesso di giocare: stai pensando al tuo futuro?“Vorrei fare il preparatore dei portieri, magari anche nella Roma. Potrei anche fare l’allenatore, ho iniziato il corso, vediamo come evolvono le cose”.
Ricordi il tuo esordio con la Roma? “Ho esordito con mister Delneri, era il 19 dicembre 2004, quando abbiamo battuto il Parma per 5-1. Quando fu esonerato Delneri, giocai con Bruno Conti”.
Perché quella stagione 2004/2005 fu così tribolata per la Roma? “Fu una stagione iniziata male. Prandelli andò via dopo un mese e arrivò Voeller: ma dopo un buon inizio, non so perché, i risultati stentavano ad arrivare. Voeller si dimise e toccò prima a Delneri, poi a Sella, quindi la squadra fu affidata a Bruno Conti. Riuscimmo comunque ad arrivare in finale di Coppa Italia, accedendo così alla Coppa UEFA”.
Quella Coppa Italia ti vide protagonista con la Fiorentina…“Sì, la qualificazione venne decisa ai calci di rigore: ne parai uno a Miccoli e Scurto segnò l’ultimo rigore decisivo”.
Hai avuto la nomina del “pararigori”…“Nell’anno di Luis Enrique, contro la Juve, parai un rigore a Pirlo, che non ne sbagliava uno neanche in allenamento: sfortunatamente perdemmo quella partita per 4-0. Per me fu una serata in un certo senso positiva, perché mi misi in evidenza con quella parata. A fine stagione, andai alla Sampdoria e giocai titolare, per poi passare al Bologna”.
Cosa insegneresti a un ragazzo per parare i rigori?“Non si può dire niente, è istinto. Ci vuole anche tecnica, ma soprattutto una strategia: la componente psicologica è fondamentale. E poi, ci vuole anche un po’ di fortuna”.
L’esordio di Boer? Prendere subito 3 gol non deve essere facile da digerire..“Un ragazzo di 18 anni che esordisce in Europa League, sai quanti gol ancora deve prendere per essere più esperto? Tecnicamente è molto bravo, ma deve fare la propria esperienza. Purtroppo, il portiere è un ruolo a parte, lo reputo uno sport nello sport perché noi giochiamo da soli. Boer avrà sicuramente il tempo per rifarsi e non avrà problemi”.
Quale allenatore ti porti maggiormente nel cuore?“Ho avuto tanti allenatori, ognuno di loro mi ha dato tanto. Tatticamente, mi ha colpito molto Giampaolo, chi più chi meno mi ha dato qualcosa. Non posso dire che uno sia stato più bravo dell’altro”.
Cosa manca a questa Roma per arrivare un po’ più in alto?“Mi ricordo la Juventus del 2010, forse era il primo anno di Andrea Agnelli. Hanno costruito una base e poi hanno vinto 9 campionati consecutivi. Serve programmazione, nei primi due anni la Juventus è arrivata settima, poi con Conte si sono visti i risultati. La Roma ha bisogno di programmazione e mi sembra che ora la stiano facendo, i giocatori sono molto bravi, la media è molto alta. Secondo me, come valore dei calciatori, la Roma è tra le prime tre, poi serve simbiosi tra allenatore e società”.