La Roma passeggia sul malcapitato Frosinone, così come si sperava e doveva essere. Capitolini più vivaci del solito, sicuramente aiutati dalla “bomba” sparata da Under che dopo pochissimi minuti buca Sportiello, dopo un’ azione personale. Il turco da lì sarà protagonista assoluto e migliore in campo. La pratica frusinate si chiude già nel primo tempo con un capolavoro di Pastore di tacco, stavolta su azione in movimento e, quindi, maggiormente difficile rispetto al bellissimo gol con l’Atalanta, e poco dopo con l’assist di Under per il solitario El Shaarawy. In mezzo una sfortunata traversa di Schick. Nel secondo tempo la Roma, tira un pò il fiato, vista anche l’assenza di reazione dei gialloblu ma riesce a confezionare altre situazioni, come la traversa (su cross deviato) di Under ed infine il quarto gol di Kolarov su assist del giovane Luca Pellegrini. Sul tabellino va registrato l’unico tiro del Frosinone sul finale di partita che in mischia si abbatte sul palo. La premessa è naturalmente che l’avversario, al momento risulta inconsistente e assolutamente impreparato alla Serie A, ma in fondo le paure iniziali dei tifosi erano giustificate dal fatto che, in fondo, il Chievo non giocò tanto meglio 2 settimane fa, eppure rimontò 2 gol ai giallorossi. Tra le note positive sicuramente un Pastore più presente, con scambi e giocate importanti, un Nzonzi che ha recuperato molti palloni ma, soprattutto la carica e la voglia di mangiare il campo dei 2 “ragazzini” subentrati, Zaniolo e Luca Pellegrini: il primo superate le timidezze del Bernabeu mette personalità e fisicità, mostrando anche un tiro molto potente, mentre il secondo in circa 10 minuti di campo prende a spallate l’avversario per rubare il pallone con cui poi servirà Kolarov per il missile che chiuderà la partita. Ma, se le note positive sono attutite dalla pochezza dell’avversario, la stessa cosa ingigantisce le note negative: Schick ancora una volta goffo e impacciato (ed anche sfortunato sulla traversa), non sfrutta l’occasione di giocare da centrale titolare, mentre Santon gioca una partita completamente impalpabile, inciampando sul pallone e non riuscendo a chiudere una triangolazione od un cross.