Sesta sconfitta interna di questo campionato. La Roma continua a battere i suoi record negativi di una stagione, ancora da considerare positiva fino a prova contraria. Ci si chiedeva se i giallorossi avrebbero potuto subire un contraccolpo dalla sconfitta sfortunata di coppa col Barcellona o, peggio, potessero avere la testa ad un’improbabile rimonta europea, lasciando testa e gambe a casa contro la Viola.
Analizzando la partita forse le gambe c’erano, ma la testa è sembrata da un’altra parte: in primis quella dell’allenatore che, non pago dei precedenti esperimenti (bastava pensare alla Coppa Italia), fa un massiccio turn over, riproponendo soggetti ad oggi impresentabili di fronte al pubblico come Gonalons e lo spaesato Defrel e mettendo in campo un inaspettato Nainggolan, evidentemente non ancora al meglio dopo l’infortunio. Pronti via la Fiorentina segna al primo tiro, con Benassi incredibilmente solo in area con tutta la difesa schierata. La Roma in realtà comincia subito ad aggredire creando alcune situazioni pericolose sventate da un ottimo Sportiello e dal palo esterno di Dzeko sull’unico errore dell’estremo difensore viola. Citiamo anche per dovere di cronaca l’ennesimo gol divorato da Defrel. La Roma aggredisce si, ma senza costrutto e al 39′, al secondo affondo dei gigliati, Simeone jr prende palla, salta un colpevole Manolas e porta i suoi sullo 0 a 2.
Il secondo tempo recita lo stesso copione. Dzeko gioca solo, fa reparto in solitaria (non solo il suo, ma anche il centrocampo. Sportiello fa un mezzo miracolo subito sul bosniaco. Da lì un monologo giallorosso, con i viola bravi nel controllo, tanti cross, tanti palloni buttati. Nainggolan fa il Defrel e sbaglia un rigore in movimento su passaggio di Dzeko. Spazio per la sfortuna con la traverse d Schick e di Fazio nel giro di un minuto. Unica nota positiva la partita di Bruno Peres che, dopo il “piedone” di coppa contro lo Shakhtar, deve aver preso fiducia ed anche ieri è stato (Dzeko a parte) il migliore in campo.
La Roma perde un treno importante e la prossima settimana c’è un derby che, al di là della stracittadina, è fondamentale per la favola Champions (favola nel senso che a breve ripartirà il gingle del “se non ci qualifichiamo dobbiamo vendere”) e i cugini al momento sembrano in forma smagliante fisicamente e mentalmente. Senza dimenticare la grande Champions giocata dai giallorossi, questa è una squadra costruita per arrivare terza, con un quarto posto tutto sommato accettabile, ma in caso di esclusione dal tavolo dei grandi, la stagione potrebbe trasformarsi da ottima a disastrosa e, come a Barcellona, appellarsi solo alla sfortuna, non fa crescere.