Di Francesco: “Mi preoccupo solo del bene della Roma, Defrel è un jolly, Schick puo giocare da titolare.”

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Eusebio Di Francesco è intervenuto in conferenza stampa, nel centro sportivo Fulvio Bernardini di Trigoria, prima della gara di campionato contro il Milan, domenica 25 febbraio alle ore 20:45 allo stadio Olimpico di Roma. Il mister ha parlato dell’aspetto tattico e tecnico in previsione della partita contro i rossoneri, ma si è anche soffermato sulle condizioni fisiche e mentali dei singoli giocatori.

Mister, sta affrontando il periodo più delicato della stagione?

“Assolutamente si. Ora dobbiamo seriamente limitare gli errori in campo e tenere alta la concentrazione. Abbiamo due obiettivi da raggiungere, i quarti di finale di Champions League ed il terzo posto in campionato, e vogliamo portarli a termine”

Gattuso?

“Sono rimasto molto sorpreso da lui, il Milan ha un’ottima rosa ed una buona organizzazione. Il 4-3-3 funziona, esalta le caratteristiche dei giocatori a sua disposizione.”

Le condizioni di Schick? Quelle della squadra?

“I giocatori stanno bene e ieri sera si sono allenati tutti esclusi gli infortunati. Le scelte le farò tra stasera e domani mattina, sicuramente farò una turnazione rispetto alla gara di mercoledì contro lo Shaktar a discapito anche dei senatori. Schick sta bene e non è detto che non possa partire da titolare contro il Milan.”

Schick e Defrel possono giocare con Dzeko o al suo posto?

“Schick e Dzeko sono i centravanti della Roma ed entrambi sono fortissimi, più facile però che giochi uno dei due e non entrambi. Defrel invece è un jolly, può giocare come punta ma anche dietro di essa o sulla fascia.”

Nainggolan?

“Mi avete detto di farlo giocare più avanti ed io l’ho fatto, speravo facesse 10 gol cosi da dare ragione a voi che lo vedete trequartista, perché io penso solo al bene della Roma. Io alleno la Roma come squadra e non il singolo giocatore, voglio che la squadra vinca sempre e faccia sempre del suo meglio. Nainggolan deve ritrovare quella brillantezza mentale in grado di fargli quelle cose di cui noi tutti siamo abituati e sono convinto che tornerà ad esse quel giocatori che conosciamo. Non conta il modulo, se sia 4-3-3 o 4-2-3-1, sono le condizioni mentale che determinano l’andamento dei giocatori e delle partite.”

Cosa manca per tornare ad essere una squadra vincente come nel 2001?

“Erano tempi diversi con mentalità diverse. In quell’anno vincemmo perché si creò un gruppo che giocava insieme da molti anni, che si conosceva alla perfezione e che voleva a tutti i costi vincere. Ora è un calcio diverso ma anche un mondo diverso, generazioni di ragazzi preferiscono giocare insieme alla Play Station piuttosto che andare a cena fuori tutti insieme.”

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