Quando il termine “innovativo” viene applicato al calcio, è generalmente utilizzato in senso tattico e riferito a quello che è effettivamente visibile sul terreno di gioco.
La difesa a tre? Innovativa.
Mantenere un possesso palla del 70% per tutta la partita? Innovativo.
Far giocare il portiere a ridosso della linea di metà campo? Innovativo.
Raramente sentiamo pronunciare il termine in una frase contenente “direttore sportivo”. Questo fino a quando Ramón Rodríguez Verdejo, meglio conosciuto come Monchi, non è diventato un nome di primo piano.
Il curriculum dello spagnolo parla da solo.
Sin dalla sua nomina a direttore sportivo del Siviglia nel 2000, Monchi è sempre stato ritenuto uno dei migliori nel suo ruolo, non solo in Spagna, ma in tutto il mondo.
Famoso per la sua abilità nello scovare talenti e futuri campioni per pochi soldi e nel rivenderli creando notevoli profitti, Monchi può vantare anche una bacheca di trofei vinti invidiata persino dai club più ricchi. In uno sport che sembra dominato dalle società che possono disporre di assegni in bianco, Monchi è stato in grado di sfidare questa tendenza.
Come verrà applicato tutto questo al contesto giallorosso? Cosa possiamo aspettarci dallo spagnolo?
Possiamo certamente aspettarci che Monchi, famoso per la sua estesa rete di scout in tutto il mondo, dia vita a delle innovazioni all’interno della Roma. Come in tutte le squadre del mondo, i giocatori continueranno ad arrivare e a partire. Tuttavia, la figura di Monchi garantirà una supervisione competente, in grado di scovare i migliori talenti emergenti a livello globale.
Arriva alla Roma una persona con una comprovata esperienza a livello di competizioni europee, che ha dimostrato la propria abilità nell’allestire squadre capaci di misurarsi alla pari contro i migliori club del pianeta.