Dopo la splendida vittoria della Roma a Firenze, che vale il momentaneo primo posto in classifica, anche Mauro Baldissoni ha rilasciato alcune dichiarazioni. IL dg della Rona è stato intervistato dalla trasmissione radiofonica Radio anch’io sport. Ecco le sue dichiarazioni:
E’ l’anno giusto?
“Glielo so dire a maggio”.
E’ un buon momento però.
“Non si valutano i momenti ma i percorsi, la classifica esprime quello che hanno fatto le squadre, mi sembra un campionato più equilibrato, diverse squadre hanno fatto bene, ma è presto, ognuno si sta godendo il frutto del suo lavoro, noi il primo posto in solitudine dopo due anni”.
Garcia è stato a lungo sul banco degli imputati.
“Lo è stato molto, ma lo siamo stati tutti, fa parte del lavoro che facciamo, c’è molto dell’attesa dell’ambiente, la squadra non vince da molti anni, ora è attrezzata per competere, quando si alzano le aspettative emergono le critiche più dure. Se il presupposto è questo le accettiamo”.
E’ evidente il diverso passo tra l’Italia e l’Europa. E’ troppo grande ancora?
“Non credo sia troppo grande, giocare la Champions comporta un dispendio di energie maggiori, soprattutto se abbinate a campionato che si vuole giocare per vincere. La Roma è meno abituata e può pagare dazio, ma dipende anche dagli episodi, se non ci fosse stata la traversa di Florenzi a Borisov nonostante la partita non eccellente, se non ci fosse stato quell’epilogo a Leverkusen, avremmo un’altra classifica. Ma abbiamo ancora chance di passare il turno”.
Dica la verità, Garcia è stato in discussione?
“No, in realtà quando facciamo questo lavoro siamo tutti in discussione”.
La scorsa estate il rapporto sembrava agli sgoccioli.
“Non è vero, abbiamo un rapporto franco e diretto, siamo molto contenti di quello che ha fatto da quando è arrivato a Roma, alcune dichiarazioni a fine stagione non sono state fortunate, il presidente glielo ha detto in modo chiaro, ma questo non ha intaccato il rapporto. Ricordiamoci che alla prima stagione ha fatto il record di punti e sono due anni che porta la Roma al secondo posto, ci aspettiamo di migliorare ma questo vale per tutti”.
La squadra sta crescendo e i risultati si vedono. Ma nella mente di Garcia e della Roma Totti c’è ancora?
“Non può non esserci, quello che rappresenta Francesco è così grande che occupa pienamente la Roma. E’ fuori per infortunio, all’inizio della stagione ha avuto le sue occasioni per scendere in campo, ora è arrivato a un punto della sua carriera per cui è naturale che non sia impiegabile al 100% in tutte le partite. Ma la sua partecipazione è quella di sempre. Finché può dare qualcosa siamo felici di averlo con noi e sicuramente è al centro delle nostre attenzioni”.
Le dico subito che questa Roma mi piace molto, però c’è ancora un problema difensivo, tornando indietro avreste preso un difensore centrale in più?
“L’osservazione ci può stare ma a calcio si gioca in 11 e la fase difensiva si fa anche con i giocatori che sono preposti ad attaccare. Detto questo noi non dobbiamo dimenticare che la Roma si è approcciata al mercato con le limitazioni dell’Uefa a valle di un accordo firmato con l’organo deputato al controllo del FFP, che non riguardavano solo il numero limitato in Champions, che implica scelte non facili, ma anche restrizioni di natura economico-finanzaria, che implicavano un saldo di mercato attivo nel corso delle stagione, quindi nelle due sessioni, ed è un discorso che riguardava non solo i costi di trasferimento, ma anche gli stipendi. Fatto tutto questo calcolo si è deciso di investire dove pensava di doverci migliorare, quindi secondo le priorità che erano state riscontrare con con l’allenatore, ovvero un centravanti, un terzino sinistro, un laterale di attacco, un portiere. Il resto è stato utilizzato per completare la rosa. Fermo restando che abbiamo ottimi giocatori che sono in ripresa, mi riferisco ad esempio Castan e Strootman, che potranno dare nel corso dell’anno un aiuto per colmare qualche lacuna che abbiamo evidenziato fino a oggi. Colmarle comprando ulteriori giocatori di prima fascia sarebbe stato impossibile dal punto di vista delle restrizioni ma anche poco strategico nell’arco dell’intera stagione”.
Vorrei proseguire su Totti. Ricordo Rivera all’ultimo anno, il Milan vinse lo scudetto e lui giocò solo 13 partite, lasciò il calcio e fu promosso vicepresidente nel Milan. Totti farà lo stesso o rischia di diventare una bandiera fuori dalla società come Del Piero?
“Se devo sottoscrivere, sottoscrivo tutto il pacchetto. Con Francesco c’è già accordo per proseguire con un ruolo importante dirigenziale quando deciderà di smettere. C’è un rapporto molto forte con il presidente. Lui sa che sta a lui decidere cosa fare, a lui il diritto di scegliere dove intende poi esprimersi, se in un settore tecnico o dirigenziale o di rappresentanza. Sappiamo il suo potenziale a livello globale e saremo felici di poterlo utilizzare per rappresenterare la società in tutto il mondo”.
La manca qualificazione in Champions condizionerà il mercato di gennaio?
“Le valutazioni si fanno per migliorare competitività, se servirà le risorse si trovano anche muovendo la rosa attuale. Siamo amministratori prudenti e abbiamo nel budget previsto l’uscita dalla Champions e l’entrata in Europa League, non contiamo su quelle risorse che pure speriamo di ottenere”.
Tra le inseguitrici quale teme?
“Temo la Roma, non è retorica, è giusto guardare a noi stessi e tentare di migliorarci. La Roma sappiamo che è attrezzata per vincere, tra esserlo e farlo c’è una differenza notevole. La forza si trova vincendo partita dopo partita. Pensiamo prima a costruire la mentalità e la consapevolezza e poi ci preoccuperemo delle altre”.
Ascoltatore – La Roma e il Napoli si contenderanno il titolo fino alla fine? Sono tifoso del Napoli e amo anche la Roma e spero che ci sia sportività totale.
“Intanto buongiorno, l’ascoltatore può rappresentare il simbolo della vicinanza sportiva. Credo ci siano molte squadre, la Juve, il Napoli, la Fiorentina. Vedo un campionato più equilibrato. Evidentemente può essere più difficile, la capacità di migliorarsi durante la stagione farà la differenza”.
Si va verso un derby senza tifosi, c’è un problema.
“Sicuramente c’è un problema evidente, un derby come qualsiasi partita di calcio senza tifosi è triste, quest’anno i responsabili dell’ordine pubblico hanno introdotto delle misure restrittive per via di alcuni eventi avvenuti alla fine dello scorso campionato, noi ci siamo dovuti adeguare, riteniamo però che si debba giungere a un punto di normalizzazione. Quando il ministro Alfano venne in visita a Milano e quando ci convocò al Viminale abbiamo sottolineato l’opportunità di proporre un programma positivo. Se è necessario introdurre delle misure restrittive, quali possono essere restrizioni all’accesso maggiori o addirittura il daspo collettivo, questo può essere necessario e accettabile in quanto necessario nel contingente, ma quello che dovremmo fare è proporre un programma per dire dove vogliamo arrivare per normalizzare la situazione negli stadi. Sarebbe bene se in un tempo relativamente breve, due, tre anni, avessimo l’obiettivo di andare a eliminare le barriere a ridurre le restrizioni all’accesso con i tornelli e i pre filtraggi. Questo per responsabilizzare tutte le componenti, tra cui i tifosi, per meritarsi la normalizzazione della fruizione di un evento come quello di uno stadio”.
A che punto è il nuovo stadio?
“Siamo in una fase autorizzativa avanzata, tra poche settimane ci sarà la presentazione del progetto alla conferenza dei servizi in sede regionale che è l’ultimo stadio di approvazione, che impiega un minimo di sei mesi. Per la primavera prossima si potrebbe procedere alla posa della pietra o allo scavo della prima buca”.