Marco Amelia è intervenuto durante la trasmissione Bar Forza Lupi su Centro Suono Sport 101.5.
Queste le sue parole:
Si legge che nella primavera della Roma giocavi da attaccante, è vero?
No non è vero, ci giocavo nelle scuole calcio fino agli 8 anni, a 9 anni sono passato in porta,
sono stato selezionato tra gli esordienti della Roma da Gildo Giannini, e poi da lì ho fatto tutta
la trafila fino alla prima squadra dello scudetto del 2001.
Però un goal tu l’hai fatto col Partizan a Belgrado.
Sì ho avuto questo piacere, lo ricordo con grande soddisfazione. Fu importante per il passaggio in coppa Uefa e poi non fu neanche all’ultimo minuto.
Ricordi il goal?
Sì ricordo tutto, fu una partita difficile a Belgrado e loro erano forse più forti di noi.
C’era una punizione laterale e ho pensato che fosse l’ultima occasione, così sono andato.
Nella corsa tutti mi dicevano “ma dove vai?”, non ho ascoltato nessuno e gli insulti si sono trasformati in applausi. Ho colpito di testa ed è andata dentro, è stato piuttosto bello.
Sei una delizia perché nato nelle giovanili della Roma e sei campione d’Italia, ma in una partita contro il Livorno parasti di tutto, sembravi dispiaciuto.
Non solo in quella partita m’avete detto di tutto, ancora oggi mi arriva qualche parola, ma è più scherzosa che altro. Ho sempre ragionato da professionista, anche se sono della Roma ho voluto sempre fare il meglio per la squadra in cui giocavo.
E’ vero, parai tutto anche all’ultimo su De Rossi e su Perrotta agli ultimi minuti.
Vedendo come è finito il campionato so come è poi finita…me li sono presi, gli insulti, ma fa parte del calcio. Contro la Roma tanti ex hanno fatto bene, come Skorupski recentemente o Storari, ma noi dobbiamo fare il nostro dovere.
Mi dispiace per la Roma, da tifoso sono cose che pesano, uno scudetto a Roma vale tanto.
Ranieri infatti ha detto che lo scudetto, più che con la Sampdoria, è stato perso con il Livorno.
Io ho chiesto scusa ai tifosi, ho tanti amici in curva. Io chiedo scusa ma purtroppo dovevo fare il mio lavoro. La Roma aveva la possibilità di passar davanti all’Inter.
La tua opinione sui portieri della Roma? Avevamo Skorupski ed abbiamo preso Alisson, condividi la scelta?
Sì, il polacco aveva bisogno di continuità e si era anche infortunato. Tenendo poi Szczesny avrebbe avuto meno spazio e doveva dare continuità allo scorso anno,
ad Empoli poi sta facendo bene. L’acquisto di Alisson poi è stato un grande colpo sia per il prezzo che per le sue qualità. Come tutti i brasiliani ha bisogno di tempo per ambientarsi. Nessun brasiliano al primo anno ha fatto bene, come ad esempio Dida, poi però si ambientano al calcio italiano e tirano fuori le loro qualità. La conferma di Szczesny è perfetta, così quest’anno c’è lui e poi il prossimo anno ci sarà un Alisson pronto.
La tua opinione sui portieri italiani? Sono piuttosto rari in Italia.
La colpa è del Buffon di turno, se si può dare una colpa. Tutti si aspettano che siano uguali a Gigi. Buffon è il Messi o Ronaldo dei portieri. Oggi forse ce n’è uno che si chiama
Donnarumma, ma ne nasce uno ogni 20 anni così. Gli altri sono comunque portieri medio-alti come Perin, Consigli, Marchetti o Sirigu. E’ un calcio più veloce oggi, che mette i portieri in difficoltà.
Oggi a Roma succede con Totti, tutti credono che possa essercene un altro come lui.
Ai livelli di Francesco non ci sarà mai nessuno, per come il calcio cresce i giocatori a livello culturale. Come Totti non ci sarà mai nessun altro, è quasi impossibile.
Il portiere più forte della Roma?
Son cresciuto con la Roma di Cervone e per me Giovanni è il top, per carattere, presenza personalità, forza, tutto. Giovanni è stato l’esempio di portiere, poi cercai di capire come diventare grande, ma ho preso il più possibile da lui. Poi la tecnica da rubare a Peruzzi o la freddezza di Buffon. Tecnicamente invece, Antonioli credo sia uno dei migliori portieri mai visti: ci ha salvati in più di qualche partita. I miracoli dei portieri vengono ricordati poco, come nello 0 a 0 contro l’Atalanta sul contropiede di Nappi. Si ricorda solo l’errore di Roma Perugia, ma quello capita a tutti. La sua presenza ci dava sicurezza a tutti, aveva un atteggiamento ed impostazione perfetta. Ha fatto tante parate importanti e me lo ricordo.
A Roma-Bologna fece una partita importante ad esempio.
Esatto. Chi non è portiere non può capire l’importanza del ruolo. Non contano solo le parate spettacolari, ma ci sono parate anche più importanti. I portieri forti sono Toldo, Buffon, Antonioli, Peruzzi, alla fine ti danno 10-12 punti in più rispetto agli altri.
Tu hai 34 anni, cosa vuoi fare nel futuro? Sei un portiere ma anche una dirigente, cosa stai studiando? Cosa vuoi fare?
Io studio sempre: gestione aziendale, gestione delle società sportive…cerco di formarmi. A dicembre farò un corso per intermediari sportivi anche per tecnici, e per parlare della differenza che c’è tra Inghilterra e Italia che ho vissuto in prima persona. Il mio mondo però è il calcio, voglio tornare nel calcio. Ero in Inghilerra fino a qualche mese fa, sono andato al Sunderland, potevo restare lì ma per un problema ho voluto tornare a casa, avevo la testa qui. Adesso vorrei tornare lì ma ora fuori mercato è difficile, anche coi posti limitati dei portieri. Adesso nel tempo di 30-40 giorni dovrei tornare.