Baldissoni: “Abbiamo discusso dell’eventualità di andare a giocare in uno stadio più piccolo”

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Mauro Baldissoni ha rilasciato alcune forti dichiarazioni ai microfoni di Roma Tv. Il dg giallorosso ha voluto parlare della situazione stadio con alcune parole forti, a difesa delle istituzione ma soprattutto dei tifosi.

Sull’arrivo di Pallotta nella Capitale: “Siamo contenti che sia qui, è andato a vedere il nostro nuovo negozio a Via del Corso. Ogni volta che viene qui c’è l’esigenza giornalistica di collegarlo alle attività che svolgiamo. In realtà anche quando non è qui, lui è presente rispetto allo svolgimento delle attività della società, s’informa, condividiamo delle decisioni e si occupa di tutto anche quando non c’è. Quando arriva qui a maggior ragione si occupa di tutto perché abbiamo la possibilità di farlo meglio. Non viene per risolvere qualcosa di specifico ma per affrontare tutte le tematiche che affrontiamo quotidianamente sia sulla società che sul progetto stadio, che è importantissimo per il nostro futuro”.

Sulle multe arrivate ai tifosi in occasione delle prime due gare casalinghe: “Siamo a casa di qualcun altro e questo vincola le scelte infrastrutturali che sono alla base delle scelte operative sulla sicurezza. Indipendentemente da chi è il proprietario, le regole di sicurezza vengono dettate dai responsabili dell’ordine pubblico e della sicurezza, che nel nostro caso è la questura. Non saremo mai a favore di un’associazione diretta o inconsapevole tra il concetto di tifosi e quello di criminali. I tifosi non sono criminali. I tifosi sono tifosi e devono essere trattati come tali e messi nella condizione di manifestare liberamente la propria passione. Questa è la normalità e su questo anche le forze di sicurezza si sono dette d’accordo. Abbiamo avviato un percorso, un processo condiviso per tornare alla normalità, un obiettivo da noi richiesto e da loro condiviso, che porti addirittura all’eliminazione delle barriere.Quando ci hanno detto delle multe ci siamo preoccupati, ci era stato detto che la motivazione era il cambio posto. Ci è sembrato  molto strano quindi abbiamo chiesto una verifica. Ieri ci è stato spiegato dalla questura che il problema non era il cambio posto ma di persone che occupavano percorsi di sicurezza e che quindi avrebbero potuto mettere a rischio l’incolumità degli altri nel caso fosse stato necessario intervenire. Questo è un tema su cui nessuno può essere in disaccordo. Anni fa, quando arrivammo, eravamo preoccupati della situazione in Curva Sud: gli steward non entravano, i camminamenti erano ostruiti e le scale piene. Effettivamente era avvenuto un caso di uno spettatore che era stato colto da infarto e c’erano state difficoltà per raggiungerlo. Questo ci preoccupava dal punto di vista di amministratori dell’azienda di dover garantire la sicurezza. Molto è stato fatto in questo senso, anche in collaborazione con le forze di sicurezza. Oggi non vediamo questo tipo di problemi. Per nostra sfortuna, anche per i sacrifici che hanno fatto i tifosi volendo fare una protesta che li ha portati fuori dallo stadio benché abbiano acquisito gli abbonamenti, lo stadio non è più così esaurito in quei settori e non notiamo ci siano ostruzioni alle vie di intervento. Siamo per questo stupiti, vogliamo essere certi: continuiamo a chiedere che le tematiche dove s’interviene debbano essere tematiche che pongono un problema serio di sicurezza e incolumità. Ripeto, noi non avevamo notato che ci fossero, abbiamo appreso invece che c’è stato un problema. Quindi siamo preoccupati, perché il percorso verso la normalità deve proseguire e deve andare in senso chiaramente favorevole alla libera fruizione degli spazi dello stadio da parte dei tifosi che si comportano bene, quelli che non commettono reati e che non mettono a rischio l’incolumità degli altri”.

Baldissoni è convinto che il pubblico potrebbe dare una spinta diversa alla squadra: “Detto questo è ovvio che noi chiediamo ai nostri tifosi di tornare allo stadio e di tifare, perché è la loro passione e sappiamo che loro sono i primi che soffrono insieme alla squadra. Non c’è dubbio che un supporto da parte degli spettatori aiuta a vincere le partite, siamo sempre stati orgogliosi del tifo dell’AS Roma proprio per questo. E’ importante averli anche per i risultati della squadra, i tifosi sono una parte integrante dello spettacolo, altrimenti non c’è differenza tra vedere una partita in tv e vederla allo stadio. Loro sono i più appassionati, creano colore e spettacolo, creano la ragione per andare allo stadio piuttosto che vederla in televisione e di questo siamo convintissimi”. 

Esiste un’eventualità che la Roma possa abbandonare l’Olimpico:Dobbiamo lavorare nell’Olimpico che è grande, forse è anche troppo grande ed è difficile da riempire in condizioni normali. Pur in presenza di una partecipazione importante da parte dei tifosi qui si disperdono. Quando si hanno 35mila, 40mila persone che pure non sono poche, è chiaro l’effetto è penalizzante. Se la tendenza deve continuare in questo senso, se la difficoltà di fruire dello stadio ed essere accolti allo stadio continuerà e si ridurrà ulteriormente il numero degli spettatori, forse dovremmo cominciare a considerare stadi diversi, più piccoli, per massimizzare l’effetto degli spettatori che vengono. Prima della partita di ritorno col Porto, consapevoli dell’effetto del Do Dragao all’andata per il Porto, parlavamo con il mister dell’eventualità di considerare uno stadio più piccolo, con gli spettatori attaccati al campo: sarebbe un’occasione per avere più gente, senza la pista e senza le difficoltà che un’infrastruttura come lo Stadio Olimpico crea. Tutto questo in attesa ovviamente di poter edificare il nuovo Stadio della Roma. Speriamo che questo non sia necessario e l’Olimpico torni a riempirsi”

 

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