Giovanni Caudo, ex Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, ha postato un messaggio sul proprio profilo Facebook nel quale ha risposto a quanti affermato ieri da Paolo Berdini, suo successore al Campidoglio.
“Il dibattito sul progetto di Tor di Valle mi ricorda il film MEMENTO: ogni giorno si ricomincia sempre dallo stesso punto, come niente fosse.
Ieri ho accettato di partecipare a un confronto sul progetto urbanistico di Tor di Valle con Paolo Berdini. Nel corso della puntata precedente, l’assessore indicato dal sindaco Virginia Raggi, aveva sostenuto che il Comune con quel progetto sperpera circa 1 miliardo di euro, mentre la città è piena di debiti.
Avevo replicato a distanza per segnalare l’enormità della ennesima bugia. Ho accettato quindi di partecipare a una trasmissione che è un po’ surreale, andrà in onda domenica alle 15 su Radio Radicale, nel tentativo di avere un confronto nel merito (la campagna elettorale è finita), di contribuire a fare chiarezza e per avere da Paolo Berdini argomenti a sostegno di quanto detto.
Niente da fare.
I dati, gli atti i documenti ufficiali dicono cose del tutto diverse, non opinioni, ma fatti e delibere validate da organi competenti ed esaminate dai magistrati, chiamati in causa da esposti, tutti archiviati, e dalla magistratura amministrativa.
Eppure il refrain è sempre quello:
1. l’area è esondabile! Allora leggo il parere rilasciato in conferenza di servizi dalle autorità competenti che dice una cosa diversa..mettere in sicurezza il fosso di Valleranno che è a Decima..fuori dall’area ecc… niente. Dopo dieci minuti si riprende come prima.
2. Senza provare quanto asserisce ripete che il pubblico avrà mancati incassi degli oneri di urbanizzazione per 400 milioni, ma forse anche per il doppio (non più quindi un un miliardo) e per questo motivo bisognerà cercare un’altra area. Spiego che non è vero, fornisco i conteggi degli oneri di legge che sono circa 90 milioni mentre il privato realizza opere pubbliche per circa 115 milioni. Inoltre il privato realizza in regime di concorrenza instratrutture per 195,5 milioni di euro. Niente neanche qui. “Lo Stadio è esempio di mala urbanistica romana, bisogna smetterla col regalare soldi ai privati , una modalità che ha portato il comune in bancarotta”. Faccio notare che i numeri dicono altro, faccio comparazioni con esempi, quelli si di mala urbanistica, Porta di Roma dove il comune a fronte di oltre 3 milioni di metri cubi di costruito ha ricevuto opere per neanche 90 milioni. Si è costruito il triplo di quanto previsto a Tor di Valle (per altro la maggior parte case) ma il comune ha ricevuto opere pari a 1/3 di quanto otterrà con il progetto di Tor di Valle (a chi stiamo regalando cosa?). Lo stesso si può dire di Ponte di Nona. Niente, neanche questa volta, si ricomincia con il refrain.
3. Il progetto provoca un consumo di suolo per 89 ettari. Falso, degli 89 ettari solo 44 saranno occupati da edifici, attrezzature e immobili, esattamente quelli già individuati come edificabili dal PRG, il resto sono solo sistemazioni a parco fluviale, parchi e aree verdi. Ciò che è verde resta verde, viene solo curato, manutenuto e reso accessibile…fiato sprecato.
4. ..e potrei continuare…
La vera domanda allora è: a chi fanno comodo tutte queste bugie ripetute e ripetute ormai da circa due anni e mezzo tanto da farle diventare “verità fasulle”?
Questo è il nodo, e non è tecnico né amministrativo, ma politico.
Fa comodo a Cinquestelle che vogliono far vedere che loro ora sono “forti con i poteri forti” che sono contro “i palazzinari” e la cementificazione, e sposano la posizione di Berdini, già messa per iscritto sul suo Blog nel gennaio del 2015, un’anno e mezzo fa, qui il link (http://www.ilfattoquotidiano.it/…/nuovo-stadio-del…/1335580/) (da notare che nella fretta per sostenere la tesi che l’area è “un deserto urbano” ha scritto che ci sono 100 metri di dislivello tra Tor di Valle e le aree intorno, purtroppo per lui il dislivello massimo a Roma, quello tra Ostia e Ottavia è di 153 metri, come può essere quello tra Tor di Valle e l’Eur di 100 metri? Si dice la qualsiasi pur di darsi ragione!)
Succede però che sono proprio i poteri forti, quelli stessi abituati a dare una mancia al pubblico in cambio di enormi profitti (quelli che hanno creato il debito urbanistico di cui parla Berdini) a non volere che il progetto vada avanti e conducono una battaglia contro a prescindere fin dal primo giorno. D’altronde sono stati abituati a pubblicizzare i debiti e a privatizzare i profitti. Non si è mai visto a Roma che il pubblico in un intervento tutto privato patrimonializzi opere per oltre 300 milioni di euro, il 30% dell’investimento (la prassi romana è intorno al 9/10%).
Ecco la nuova Roma che avanza: una confluenza inaspettata di interessi, entrambi “privati”, che cancellano l’interesse pubblico, quello della città, e che avrà come esito di mettere tutti i bastoni tra le ruote a un progetto che cambiava la prassi dell’urbanistica romana, sfidava il privato sulla qualità e portava investitori e risorse economiche vere.
No, questo a Roma non si può fare, neanche con i Cinquestelle, peccato.
Ci abbiamo provato a pensare in termini di regia pubblica e di interesse generale e non di meri interessi di parte, siamo stati mandati via, ora tocca a loro.
Sul progetto di Tor di Valle non serve dire più nulla, tanto è inutile. Riparte il film come in Memento, e si ricomincia da capo.