Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sull’operazione economica che ha portato al riscatto di El Shaarawy da parte della Roma .
Ieri pomeriggio la As Roma ha comunicato di aver acquisito le prestazioni sportive del calciatore ligure a fronte di un pagamento di 13 milioni di euro. Questo era già stato pattuito nella fase di sottoscrizione dell’accordo per il prestito, lo scorso 26 gennaio. Nel comunicato della scorsa sessione invernale si evince che “l’accordo prevede inoltre il diritto di opzione per l’acquisizione a titolo definitivo, a decorrere dalla stagione sportiva 2016/2017, per un valore di 13 milioni di euro” e proprio quel 2016/2017, secondo quanto abbiamo appreso dal nostro amico ed esperto Marco De Santis, laureato in scienze statistiche ed economiche, giornalista pubblicista e titolare del blog “Calcio e altri elementi”, potrebbe permettere alla Roma di patrimonializzare l’acquisto del Faraone il 1 luglio, con il decorrere quindi della nuova stagione, senza andare a gravare sul bilancio da presentare entro l’ormai famigerata data del 30 giugno 2016.
Qualora l’operazione dovesse essere inserita nel bilancio 2015/16, come prassi nota dai tempi delle comproprietà insegna, l’ammortamento incidente sul bilancio stesso sarebbe pari a 88 mila euro e quindi di rilevanza praticamente nulla. Questa somma deriva da una semplice operazione matematica secondo la quale l’acquisto di El Shaarawy sarebbe ammortizzato fino al 30 giugno 2020 (come da comunicato) a partire dal 1 luglio, ma aggiungendo comunque i 10 giorni che intercorrono dal comunicato di ieri al 1 luglio stesso.
Malgrado il tam tam mediatico che si è scatenato dopo il comunicato di ieri sera,che secondo molti renderebbe quasi inutile la cessione di Pjanic (necessaria proprio per coprire quel buco di bilancio di cui tanto si è parlato), ci sentiamo di poter affermare che la partenza del bosniaco direzione Torino, almeno dal punto di vista finanziario, non è stata inutile.
Domenico Rimedio
