Il giusto equilibrio, ma senza rinunciare a sognare. L’analisi del Chievo Verona

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Passano gli anni e anche le stagioni, ad agosto li danno per spacciati ma alla fine restan sempre lì. C’è chi si accontenta di superare la soglia, di arrivare a 40 punti e di gettare la spugna, perché ormai l’obiettivo dichiarato è stato toccato. Loro no, con un’ anima un po’ british, continuano ad entrare in campo come le prime giornate, con lo stesso spirito di sempre. Poco importa se l’avversaria di turno avesse necessità di punti per rimanere nella massima serie, come Palermo, Carpi e Frosinone, perché loro a far regali non ci pensan proprio. Di chi stiamo parlando? Ovviamente del Chievo Verona di Maran, prossimo avversario della Roma di Spalletti.
Analisi: “il giusto equilibrio ma senza rinunciare a sognare”. 49 punti. Già questo basterebbe per rendere l’idea dell’ennesimo miracolo calcistico compiuto da Maran e i suoi. Ma non è il primo e non sarà neanche l’ultimo, soprattutto per chi è stato l’unico club italiano proveniente dalle categorie regionali minori ad aver scalato l’intera piramide calcistica nazionale, fino ad approdare in Serie A e addirittura nella coppe Europee.
Quando ti abitui a stupire nessuno ti fa più i complimenti. Eppure di motivi ce ne sarebbero, ad esempio bisognerebbe notare che la società del Presidente Campedelli ha il terzultimo monte ingaggi della massima serie italiana. I 14,6 milioni di euro lordi infatti la posizionano al di sotto di tutti o quasi, solo il Carpi, 14, e l’Empoli, 13, sono più oculate. Un po’ come in Inghilterra il Leicester di Ranieri, visto che va di moda, è riuscito a spiazzare e superare tutti nonostante gli stipendi dei calciatori fossero 4 volte più bassi di Chelsea, United o City.

L’impresa di Ranieri rimarrà unica e irripetibile nella storia, però il paragone, tenendo conto i 14 del Chievo contro i 107 della Roma, o addirittura i 53,8 della Lazio o gli 81 del Milan, distanti solo 2 e 8 lunghezze, non è proprio peregrino.
Chi ben comincia è a metà dell’opera. Sembra una fase fatta ma in fondo è andata proprio così. L’inizio infatti, ha gettato le basi per una stagione tranquilla e senza patemi d’animo. Anche se il principio era stato scoppiettante, da emozioni forti. la vittoria roboante contro l’Empoli in trasferta per 1-3 e quella clamorosa contro la Lazio per 4-0 hanno fatto credere di poter puntare a più di una semplice salvezza. Il pareggio contro la Juve, ottenuto soffrendo ma anche con qualche rimpianto per la gestione arbitrale, ha segnato il punto più alto di questa prima parte di campionato. I 7 punti nelle prime 3 partite sembravano far presagire un campionato diverso, come il primo in Serie A con Del Neri in panchina.
Poi invece, come giusto e normale che sia, tutto si è andato a sistemare. Il Chievo è tornato al suo equilibrio naturale. Qualche vittoria di fila, come anche qualche sconfitta o pareggio. Forse però lo sprint iniziale aveva fatto consumare un po’ troppe energie tanto che nella parte centrale della maratona lunga 38 giornate, qualche segno di stanchezza e di cedimento si è notato. Inoltre la cessione del pezzo pregiato, nonché del miglior giocatore in rosa insieme a Meggiorini, Paloschi, ha complicato ulteriormente le cose.
In molti chiedevano al tecnico Maran come potesse salvarsi senza il goleador della squadra, come se il Chievo non avesse mai vinto senza l’attaccante ex Milan. L’allenatore, alla sua seconda stagione sulla panchina gialloblu, non si scomponeva e si rimboccava le maniche. Con il gioco e il gruppo, una soluzione sarebbe spuntata fuori.
Così il peso del singolo venne suddiviso sulle spalle di molti, da Birsa, autore di 6 reti, a Pepe, con 3, da Meggiorini, con 5, a Inglese, sempre 3, per finire all’evergreen, all’usato sicuro, Sergio Pellissier, con lo stesso score del numero 69 ex Bari Meggiorini.
I numeri ovviamente, sia se presi singolarmente sia che sommati, non conducono ad una grande cifra, perché in totale sono 43. Pochi, anche se Lazio di Klose, Candreva, Matri e Felipe Anderson ne hanno solo 5 di più, o l’Inter di Icardi, Jovetic, Eder e Ljaic 6 in più.
Beh ma in quei casi le difese hanno fatto la differenza e gli hanno portato molti punti, perché alla fine si vince anche se il risultato è 1 a 0.
Anche qui però il paragone non è così assurdo, perché Maran e i suoi, hanno subito solamente 42 reti, 7 più di Mancini e 5 in meno del duo Pioli-Inzaghi, o volendo, 2 in più della Roma franco-italiana di Garcia-Spalletti.
Dunque una salvezza e forse anche qualcosa in più, costruita partendo dal giusto equilibrio, dal saper alternare la fase difensiva da quella offensiva, consci dei propri mezzi e dei propri limiti, ma senza dover rinunciare a sognare.
Così alla fine, tenendo conto dei bilanci e degli uomini, la stagione è stata ottimale, con l’obiettivo dichiarato ad inizio della corsa, raggiunto con tranquillità e quello invece assaporato durante la maratona, ovvero quello dei 50 punti ancora alla portata, ma per quello, i tifosi gialloblu dovranno aspettare un’altra settimana.
Prossima partita: Roma-Chievo Verona 8 maggio 2016 stadio Olimpico di Roma ore 12:30
Probabile formazione: Bizzarri; Cacciatore, Cesar, Gamberini, Gobbi; Castro, Radovanovic, Hetemaj; Ninkovic; Pellissier, Floro Flores.
A disp.: Bressan, Seculin, Spolli, Sardo, Pinzi, Rigoni, Costa, Inglese, Meggiorini, M’Poku.
All. Maran.
Edoardo Albanese

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